La toppa peggio del buco. In fondo è uno degli aspetti rivoluzionari della rete: se la comunicazione diventa per un'azienda parte integrante di un buon servizio si finisce a comunicare troppo e male. Succede, del resto, a tutti noi, che aziende non siamo, durante la quotidianità di ogni giornata, quando possiamo metterci tutto l'impegno possibile nel simulare comportamenti ma poi prima o poi inevitabilmente esce la nostra natura.
Italo, il treno ad alta velocità di NTV che sulle tratte nazionali è in concorrenza con Frecciarossa di Trenitalia, ha deciso di concedere uno sconto del 30% a tutti i partecipanti del prossimo Family Day a Roma. La notizia ha cominciato a circolare da ieri sera (in un primo tempo si parlava di una promozione ance di Trenitalia che però ha subito smentito) sulla pagina Facebook del gruppo "Difendiamo i nostri figli" (uno dei tanti nella galassia dei terrificati terrorizzatori contro la legge per i diritti civili) e oggi è rimbalzato in tutti i siti di informazione.
In effetti potrebbe lasciare perplessi la scelta commerciale di prendere parte ad un dibattito così delicato comm'è quello dei diritti delle coppie gay (e in generale come qualsiasi dibattito che riguarda i diritti) ma l'errore marchiano arriva successivamente, pochi minuti fa quando sulla propria pagina Facebook l'azienda risponde con uno stringato comunicato alle polemiche:
«Ciao a tutti, – scrive l'azienda – ci tenevamo a comunicare a tutti voi che Italo ha un sistema commerciale in base al quale offre convenzioni a chiunque le chiede e che può garantire una certa mole di traffico. Tutte alle stesse condizioni . Ne facciamo ogni giorno e con ogni tipo di organizzazione e associazione in occasione di eventi musicali, sportivi e sociali, senza fare scelte né ideologiche né di appartenenza, ma nel solo e ovvio rispetto della legge.
Italo è un'azienda sul mercato e queste convenzioni sono spesso per noi anche uno strumento commerciale molto utile e redditizio per i conti aziendali.
Evitiamo basse dietrologie politiche su una scelta puramente commerciale».
Per NTV quindi, un gruppo di persone che cerca di bloccare (e demonizzare) un avanzamento dei diritti è identico alla tifoseria di un club calcistico, ai fan di una rockstar oppure ad una comitiva in gita scolastica. Qui siamo oltre alla semplice "mercificazione dei diritti": siamo all'indifferenza e alla loro banalizzazione. Italo è riuscita, se possibile, a dare una giustificazione che peggiora addirittura la sua situazione: "cari signori non rompete, se 500 persone domani andranno a picchiare i migranti in un campo profughi a Bologna faremo uno sconto anche a loro! Niente dietrologia!" ci dicono, senza accorgersi che la dietrologia e la meschinità è tutta loro.
Ogni volta che un'azienda di queste dimensioni scivola in una cazzata di queste dimensioni mi viene ottimisticamente da pensare che l'errore forse davvero è di qualche giovane "social manager" in tirocinio gratuito. Mi viene da sperare così. Mi dico che davvero non siamo retrogradi ma semplicemente disattenti. "Non può essere vero, no, dai".
E poi succede che Italo risponde. E si torna per terra. A piedi. Appunto.