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Caro gas, cosa vuole fare il governo per gli aumenti delle bollette: il piano di Pichetto Fratin

Il titolare del Mase Pichetto Fratin illustra il piano del governo per contenere i rincari sull’energia e tagliare le bollette di luce e gas. La strategia dell’esecutivo punta tutto su un accordo con la Germania, che si baserebbe su un nuovo tetto al prezzo del gas e sul suo disaccoppiamento da quello dell’energia elettrica.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il presidente di Arera, Stefano Besseghini, lo ha detto molto chiaramente in una intervista ieri a Rtl 102.5: anche se fare delle previsioni per il 2025 è "un po' difficile", e molto dipende "da quanto una persona consuma e da come va la situazione", potrebbero esserci aumenti tra il 9 e il 10% per le bollette del gas per la famiglia tipo.

Besseghini comunque ha assicurato che per il gas sia per gli approvvigionamenti sia per gli stoccaggi "siamo messi bene" in Italia. Le scorte sono quasi al 78% (a 155,86 TWh), ha spiegato il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto, e sono in grado di coprire la domanda. Significa che lo stop al passaggio del gas russo all'Europa via Ucraina non dovrebbe avere ripercussioni sull'inverno italiano.

Per il momento il gas resta sotto la quota dei 50 euro, e il titolare del Mase ha detto che si può lavorare per mantenere il prezzo al sotto di questa soglia e che "non dobbiamo cadere in quella che è la spirale che ha portato l'Europa due anni fa a quei valori che erano inimmaginabili prima, ma ancora oggi impensabili" cioè 350 euro a megawattora. L'obiettivo è avere un prezzo di acquisto più basso perché bisogna ricostituire le riserve a partire da marzo-aprile per il prossimo inverno.

Nuovo tetto al prezzo del gas

Per il titolare del Mase il disaccoppiamento del costo di gas ed elettricità "è la grande battaglia europea", anche se "bisogna mettere d'accordo tutti i paesi europei", e "non tutti hanno gli stessi interessi". In un'intervista a la Repubblica oggi ha ribadito che "non può essere uno schema solo italiano: abbiamo dozzine di interconnessioni, farlo solo in Italia farebbe pagare agli italiani le bollette degli altri".

Per il contenimento dei rincari delle bollette di luce e gas il ministro punta sul price cap, uno strumento che già esiste e chi si può ricalibrare, secondo il responsabile del Mase, calando la soglia che fa scattare il meccanismo di protezione dagli attuali 180 euro/MWh a 50 euro, qualora si verificassero situazioni "di carattere puramente finanziario". E per questo motivo le interlocuzioni con i partner europei sono già partite.

Il giornalista de la Repubblica Andrea Greco ha domandato al responsabile del Mase come intenda fissare un nuovo tetto del gas a 50-60 euro, quando tre anni fa Mario Draghi convinse a fatica i tedeschi su un tetto a 180 euro/Mwh. "Non parliamo di fissare un prezzo – ha spiegato Pichetto – ma di cercare un meccanismo stabile contro le speculazioni. Chiaro che la Commissione dice che di gas ce n'è a volontà e i prezzi sono più bassi che nel 2022-23. Ma se dovesse verificarsi un evento negativo, la speculazione potrebbe rialzare la testa, e la politica sarebbe già pronta a un intervento".

Il nucleare e l'asse Italia-Germania

Secondo l'analisi fatta oggi dal ministro a la Repubblica, nel piano del governo italiano contro il caro-gas rientra non solo il nucleare, per il quale ci vorrà comunque del tempo (il disegno di legge delega sul nucleare verrà firmato a giorni), ma anche un asse tra Italia e Germania perché le "industrie gemelle" possano rialzarsi e garantirsi un futuro. Secondo il ragionamento oggi i due sistemi produttivi, che sono simili, "vivono un'emergenza indotta anche dal caro-gas, perché nessuna manifattura va avanti se paga l’energia il doppio dei concorrenti". Di questo piano il ministro discuterà durante l'incontro con il vicecancelliere Robert Habeck il 21 gennaio a Roma, per inaugurare il South Corridor, nuova infrastruttura da 3.500 chilometri che porterà idrogeno africano in Italia, poi in Austria e Germania tramite la Dorsale adriatica.

"Il sistema italiano ha sempre fatto leva sul gas e poi è stato reindirizzato sulle rinnovabili, specie sul solare – ha spiegato il ministro di Forza Italia – La Germania aveva il nucleare, poi lo ha dismesso e ha sviluppato molto l’eolico. Ma i sistemi produttivi dei due Paesi sono simili. Da lì derivano le valutazioni strategiche sull’idrogeno, che è di comune interesse importare e produrre tramite il South Corridor".

Mentre per quanto riguarda il nucleare, Pichetto è convinto che si debba "spiegare agli italiani che non parliamo più delle grandi centrali di prima e seconda generazione. I nuovi piccoli reattori saranno completamente diversi e migliori, dal punto di vista dell’offerta di energia della sicurezza e dei rifiuti. E poi sono fondamentali per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. Se spiegheremo queste evidenze, tra pochi anni l’Italia potrà fare scelte nuove, basate sulla convenienza di prezzo e la sostenibilità dell’energia”.

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