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Caro affitti, la ministra Bernini critica Valditara e dice che è un errore polemizzare con i Comuni

La ministra dell’Università e della Ricerca Bernini non condivide le parole del ministro dell’Istruzione Valditara, che ha dato la colpa del caro affitti ai sindaci di centrosinistra. Bernini ritiene “controproducente” una contrapposizione con le amministrazioni locali.
A cura di Annalisa Cangemi
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Mentre si allarga la protesta degli studenti per il caro affitti nelle grandi città, la ministra dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini critica il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara, che ha puntato il dito contro i sindaci del centrosinistra, ‘colpevoli' di non aver saputo trovare una soluzione al problema e "non hanno attivato politiche abitative a favore dei giovani".

La ministra azzurra ha reagito con "irritazione" alle critiche mosse dal collega dell'Istruzione, secondo cui "il problema del caro affitti è grave" ma "tocca le città governate dal centrosinistra", e non condivide "la ricerca di una contrapposizione con le amministrazioni locali, ritenuta controproducente al raggiungimento di una soluzione efficace e il più possibile condivisa".

I sindaci di Milano, Roma e Bologna ieri hanno replicato al titolare di Viale Trastevere. Gualtieri, primo cittadino di Roma, ha definito le parole di Valditara "uno scaricabarile penoso", mentre il sindaco di Bologna Lepore ha detto che il ministro è "disinformato", perché, ha ricordato, "il diritto allo studio è competenza delle Regioni e dello Stato". Duro anche il sindaco del capoluogo milanese, Sala: "Qui ci sono due possibilità, o quella del ministro Valditara è una battuta, peraltro riuscita male, oppure è frutto di una riflessione. Se la sua frase è frutto di una riflessione profonda, credo che con questa affermazione il ministro illumini il Paese rispetto a quello che lui è. E non aggiungo altro".

"La mia linea è un'altra", ha detto oggi Bernini in un'intervista al Corriere della Sera. La leader del Pd Schlein dice che la responsabilità è del governo che ha commesso errori madornali, mentre il ministro Valditara afferma che il problema esiste solo nelle città di sinistra. Chi ha ragione? "Se è un errore stanziare, appena al governo, quasi 1 miliardo per il diritto allo studio me ne assumo la totale responsabilità", ha risposto Bernini. "Alle chiacchiere noi rispondiamo con i fatti, anche se so che è più faticoso farsi capire con i numeri che con la demagogia. Il ministro Valditara esprime legittimamente le sue opinioni, ma la mia linea rimane quella del dialogo. La mia stella polare sono gli studenti", ha aggiunto la ministra.

Secondo Bernini, "c'è chi fa campagna elettorale con e sulle tende degli studenti, e chi risolve il problema" e "questo governo, ad appena un mese dall'insediamento, ha stanziato quasi 1 miliardo di euro sul diritto allo studio: 500 milioni per le borse di studio e 400 per nuovi posti letto", ha aggiunto la ministra.

La ministra ha anche risposto all'Unione degli universitari, che l'ha accusata di aver perso metà dei fondi Pnrr per mancata programmazione: "Non è così, anzi il Mur è un'amministrazione decisamente virtuosa. Abbiamo raggiunto prima del tempo il target Pnrr di dicembre 2022 assegnando i 7.500 posti letto previsti. Ora lavoriamo per raggiungere l'obiettivo totale dei 52.500 posti letto e per questo ho stabilito una interlocuzione fattiva con le amministrazioni locali".

Quindi Bernini ha precisato: "Con una manifestazione d'interesse individueremo gli immobili disponibili. Per soddisfare la domanda dobbiamo aumentare l'offerta, è indiscutibile. E la collaborazione con i privati, prevista dal Pnrr, è indispensabile. Assegneremo gli immobili a chi garantirà, al minor costo, il maggior numero di posti letto ai ragazzi che ne hanno diritto". In sostanza, per la ministra dell'Università "la risposta è nelle risorse stanziate. Basta andare sul sito del ministero e guardare i decreti pubblicati nel rispetto dell'obbligo di trasparenza. Le borse di studio sono state adeguate al caro vita aggiornando gli importi minimi indicizzandole all'inflazione e alzando le soglie limite Isee e Ispee".

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