Cariche Polizia a Pisa, Piantedosi: “Una sconfitta gli scontri con i minorenni, ma no a processi sommari”
Il ministro dell'Interno Piantedosi è intervenuto in Aula alla Camera per un'informativa urgente sulle cariche delle forze dell'ordine durante i cortei degli studenti a Pisa e Firenze, in cui alcuni manifestanti sono stati manganellati dagli agenti. Alle 15 poi il ministro parlerà anche nell'Aula del Senato. Una settimana dopo gli scontri a Pisa e Firenze ieri è stato disposto il trasferimento della dirigente del Reparto Mobile della Polizia di Firenze, Silvia Conti.
"Consentitemi di sottolineare il diritto degli appartenenti alle forze di polizia di non subire processi sommari", dopo che il ministro ha pronunciato queste parole tutti i deputati del centrodestra si sono alzati in piedi per battere le mani a lungo.
"Sono lavoratori che meritano il massimo rispetto", ha detto il ministro Matteo Piantedosi, nell'informativa alla Camera."La gestione dell'ordine pubblico – ha ricordato il titolare del Viminale – è un impegno quotidiano, delicato e non privo di rischi, svolto con la massima dedizione dalle donne e dagli uomini in divisa. Respingo fermamente ogni tentativo di coinvolgere, nelle polemiche politiche, il lavoro delle forze di polizia, presidio delle istituzioni democratiche a cui è rimesso il compito, fondamentale e imprescindibile, di garantire a tutti, in modo imparziale, l'esercizio del diritto di riunione e di manifestazione del pensiero, in piena sicurezza per i manifestanti stessi, gli operatori di polizia, i cittadini e i luoghi interessati".
"Come ho già detto e come è stato chiarito fin dal primo giorno, sono in corso verifiche da parte del Dipartimento della pubblica sicurezza sullo svolgimento degli eventi, verifiche che verranno svolte con rigore e trasparenza", ha detto ancora Piantedosi. "In un clima di piena collaborazione tra polizia e inquirenti – ha ricordato – sono anche in corso indagini da parte della magistratura che faranno piena luce su quello che è accaduto, anche grazie a una completa documentazione messa subito a disposizione, ivi compreso il materiale videofotografico realizzato dalla Digos durante le manifestazioni, secondo una prassi consolidata, adottata per garantire la massima trasparenza delle attività svolte in ogni circostanza".
Per la manifestazione di Pisa di venerdì scorso, "in totale violazione di legge, non era stato presentato alcun preavviso alla questura", ha sottolineato il ministro dell'Interno nel suo intervento. La questura, ha aggiunto il ministro, "avendone avuta notizia, ha cercato più volte, senza esito, di contattare gli organizzatori per ottenere informazioni in merito al tipo di iniziativa che sarebbe stata svolta e al relativo percorso, al fine di poter disporre idonei servizi di ordine pubblico".
"Tutti auspichiamo che le manifestazioni pubbliche si svolgano pacificamente, arrivare al contatto fisico con minorenni è comunque una sconfitta ed è ancor più necessario svolgere delle verifiche", ha sottolineato.
"La visione delle immagini degli scontri di Pisa, circolate sui media, ha turbato anche me. Come ho già avuto occasione di dire, siamo aperti a ogni analisi e autocritica allorquando, anche una sola manifestazione o un solo momento di una singola manifestazione, tra le migliaia che si svolgono ogni anno, impone un approfondimento", ha aggiunto.
"Nel corso del 2023, sono state 11.219 le manifestazioni di spiccato interesse per l’ordine pubblico, con 969.770 operatori di polizia impegnati. Dal primo gennaio di quest’anno, sono state 2.538 le manifestazioni con 150.388 operatori impegnati, e solo nell’1,5% dei casi si sono registrate criticità o turbative di ordine pubblico", ha detto ancora Piantedosi, ricordando che dal ottobre scorso, "su tutto il territorio nazionale, si sono svolte 1.076 iniziative connesse alla crisi in Medio Oriente e soltanto in 33 occasioni si sono registrate criticità".
I dati sulle manifestazioni svolte "smentiscono in maniera inequivocabile una presunta strategia di contrazione della libertà di espressione in Italia", ha affermato. "Va, pertanto, fermamente respinta ogni suggestione che vi sia un disegno del governo per reprimere il dissenso politico e che questo disegno sia eseguito dalle Forze di Polizia nel corso dei servizi di ordine pubblico – ha continuato l'esponente dell'esecutivo -. Non vi è, e mai vi potrà essere, alcuna direttiva ministeriale in tal senso e, neanche, indicazioni volte a cambiare le regole operative di gestione dell'ordine pubblico. Da sempre, a prescindere dal colore politico dell'esecutivo in carica, le modalità di gestione delle manifestazioni di piazza sono improntate a equilibrio e professionalità, indirizzate al prudente apprezzamento delle circostanze, all'applicazione dei principi di proporzionalità e adeguatezza nella modulazione dei dispositivi predisposti e alla ricerca di ogni possibile interlocuzione e mediazione con gli organizzatori".
Piantedosi ha quindi proseguito: "Come detto, siamo di fronte a episodi specifici in corso di valutazione e, lo ribadisco, non è mai intervenuto alcun cambio di strategia in senso più restrittivo della gestione dell'ordine pubblico. Peraltro, come è stato pubblicamente ricordato da più parti, negli scorsi anni, e con governi di orientamento politico diverso dall'attuale, sono avvenuti accadimenti analoghi, con incidenti talvolta ancor più gravi. I responsabili della sicurezza agiscono sulla base di valutazioni operative fatte sul ‘campo', sullo scenario che si presenta di volta in volta, e non seguendo fantomatiche indicazioni da parte del livello politico".
Secondo Piantedosi è "utile prevenire possibili tentativi di infiltrazione da parte di soggetti di area antagonista o estremista che, come dimostra l'esperienza storicamente maturata sul campo, possono arrivare a condizionare fortemente le modalità della protesta, facendo, non di rado, uso della violenza e cercando, in tali occasioni, spazi di visibilità".
"L'aumento delle identificazioni, che qualcuno a legato a quanto successo, è avvenuto soprattutto per effetto del rafforzamento del controllo del territorio ad alto impatto, iniziative invocate dagli stessi amministratori dei comuni e che hanno aumentato il clima di sicurezza in situazioni complicate come stazioni o piazze di spaccio", ha sottolineato il titolare del Viminale.
Ieri sera Piantedosi aveva già condannato l'aggressione a una volante della Polizia, avvenuta Torino. Una pattuglia della polizia di Stato è stata assaltata ieri pomeriggio davanti agli uffici della Questura nel capoluogo piemontese. La vettura è stata circondata da una cinquantina di persone, autonomi dei centri sociali e anarchici, che volevano liberare un uomo di origini marocchine che stava per essere accompagnato a un centro di rimpatrio in Lombardia per essere espulso dall'Italia.
"Sono sdegnato per la gravissima aggressione ad un mezzo della Polizia di Stato oggi pomeriggio nel centro di Torino", aveva dichiarato il ministro dell'Interno. "Questo inaccettabile atto di violenza – aveva detto il titolare del Viminale – è sintomatico del clima di veleno e sospetto a cui sono sottoposti in questi giorni le forze dell'ordine e in particolare la Polizia di Stato, a cui va la mia solidarietà e vicinanza".
"Come ministro dell'Interno mi prodigherò in ogni sede per affermare la dignità e l'onore di lavoratori e servitori dello Stato che quotidianamente, anche mettendo a rischio la loro incolumità personale, concorrono ad affermare i valori di libertà e democrazia nel nostro Paese". Anche la premier Meloni in un'intervista era intervenuta sull'episodio: "Qualche ora fa ci sono stati 50 autonomi dei centri sociali che hanno assaltato una macchina della polizia a Torino per liberare un immigrato che doveva essere rimpatriato. Quanti di quelli che in questi giorni hanno attaccato le forze dell'ordine in modo indiscriminato vogliono anche esprimere solidarietà a questi agenti che fanno il loro lavoro?".
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ieri sera tardi aveva chiamato il capo della Polizia per esprimere solidarietà agli agenti della pattuglia aggredita a Torino. Durante il colloquio il Capo dello Stato aveva inoltre ribadito fiducia e vicinanza nei confronti della Polizia. Subito dopo il Presidente aveva sentito anche il ministro Piantedosi.
"Ho condiviso pienamente le parole pronunciate dal presidente Mattarella all'indomani degli scontri di Pisa. Come il capo dello Stato sono convinto anch'io che l'autorevolezza delle forze di polizia non si nutre dell'uso della forza", ha detto oggi in chiusura il ministro dell'Interno, durante l'informativa alla Camera. "Condivido anche il precedente richiamo del presidente contro la ‘intollerabile serie di manifestazioni di violenza: insulti, volgarità di linguaggio, interventi privi di contenuto ma colmi di aggressività verbale, perfino effigi bruciate o vilipese'. È un monito per tutti alla necessità di moderazione e al senso di responsabilità, senza i quali si rischia solo di inasprire il confronto e offrire il pretesto a chi vuole alimentare lo scontro".