Carelli (Coraggio Italia) a Fanpage.it: “Nel Grande centro spazio anche per Di Maio”
"Grande centro" sì, ma non subito e non a tutti i costi. Giovanni Toti ci crede e lo ripete in maniera convinta in un'intervista al Corriere della Sera. Un'alleanza che parta da Coraggio Italia e Italia Viva di Matteo Renzi e che poi punti a «qualcosa di più vasto e ambizioso».
L'operazione, sostanzialmente approvata dall'ex sindaco di Firenze, è stata però fermata ieri dal presidente e cofondatore di CI, Luigi Brugnaro. Secondo il sindaco di Venezia, infatti, «le fughe in avanti di Toti e di Gaetano Quagliariello verso Renzi sono un po' premature». Tanto che aveva parlato di «alleanze che nascono a cena e poi casomai muoiono nell'arco di un mattino», spingendo a rimanere nel centrodestra.
Per Toti non è chiaro dove voglia andare Brugnaro, visto che Salvini e Meloni sono molto distanti politicamente e Forza Italia non rappresenta più tutto il centro. Per questo insiste su un grande movimento dei moderati, alternativo ai due poli attuali e che possa raccogliere almeno il 10% dei consensi. Quindi non chiude a quel nuovo gruppo parlamentare proprio con Renzi, "Italia al centro", di cui si era parlato negli ultimi giorni. D'altronde lo stesso Brugnaro non ha escluso che si possano prevedere comunque delle forme di alleanze parlamentari con altri partiti centristi.
Chi invece, al momento, sembra escludere categoricamente qualsiasi tipo di fusione è la neonata federazione tra +Europa e Azione. Ieri Carlo Calenda aveva tuonato: «La parola centro mi fa schifo», spiegando di voler creare un movimento liberal-riformista distante da sinistra e destra (con cui per lui si schiereranno tutti i cosiddetti "moderati"). Gli fa eco oggi Emma Bonino, che al Domani confida di essere rimasta delusa da chi (Renzi) ha deciso di avvicinarsi agli alleati di Salvini e Meloni (Toti e Brugnaro): quella strada non è la sua.
Carelli a Fanpage.it: "Con il proporzionale cambia lo scenario"
A chiarire la situazione ai microfoni di Fanpage.it è Emilio Carelli, deputato eletto nel Movimento 5 stelle grazie all'amicizia con Luigi Di Maio e poi passato l'anno scorso proprio a Coraggio Italia.
«Le notizie che vanno verso la formazione di un nuovo partito di centro – spiega – vanno prese con grande cautela, perché niente è stato deciso. Anche queste voci di apertura da parte di Coraggio Italia, alimentate da Giovanni Toti, in questo momento non sono confermate non solo da Luigi Brugnaro, ma da nessun altro di noi. Coraggio Italia vuole mantenere la sua identità di partito moderato che si colloca in un'alleanza di centrodestra insieme a Forza Italia, la Lega e Fratelli d'Italia».
Il "Grande centro", conferma Carelli, sarà quindi per ora «eventualmente solo un patto federativo con gli altri partiti. Da questo punto di vista siamo aperti a discutere con tutti gli altri partiti. Quindi un'alleanza in parlamento e non per forza un partito che si presenta in proprio alle elezioni».
L'eventuale punto di svolta, secondo il deputato, è però già segnato. «Tutto – è convinto- dipenderà dalla legge elettorale. Se si mantiene la legge attuale o si spinge ancora di più per il maggioritario questo spingerà Coraggio Italia ad entrare nella coalizione di centrodestra e a continuare questa strada. Noi però sosteniamo, così come il M5S, il PD e parte di Italia Viva, l'ipotesi di una riforma elettorale proporzionale puro con uno sbarramento alla tedesca (il 4-5%). In questo caso è ovvio che è più facile lavorare a un gruppo più unito con gli altri partiti di centro. In quel caso, infatti, supereremmo il bipolarismo favorito dall'attuale legge per andare verso un sistema tripolare e il polo di centro può diventare anche l'ago della bilancia». Insomma, quello scenario di spazio al centro che Clemente Mastella dice di prevedere con il suo "naso politico".
Si tratta di un percorso che sarà aperto anche all'ala dimaiana del Movimento 5 stelle. «C'è un dialogo aperto – confida Carelli- con la loro parte governista, che porta avanti valori come l'atlantismo e l'europeismo e che soprattutto sostiene lealmente il governo Draghi. Con loro c'è una buona sintonia e ben venga nel futuro un'ipotesi di collaborazione. Anche se io al momento escludo che Di Maio in questa fase possa lasciare il M5S».