Carceri, il ministro Nordio dice no ad amnistia e indulto per i detenuti: “Incentivano la recidiva”
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha tenuto la sua relazione annuale sull'amministrazione della giustizia e ha ribadito il suo no ad amnistia e indulto per affrontare il sovraffollamento delle carceri italiane.
"Escludo provvedimenti come amnistia o scarcerazioni lineari, sarebbe una debolezza dello Stato", ha detto in Aula. "Si può essere generosi quando si è forti, non quando si è costretti dalla necessità delle cose. Sarebbe un incentivo alla recidiva", ha aggiunto.
Contro il sovraffollamento delle carceri il Guardasigilli ha detto che il governo starebbe lavorando su tre fronti: eventuale "detenzione differenziata" per i tossicodipendenti, "espulsione degli extracomunitari" dal territorio nazionale e poi "stiamo agendo nei confronti della carcerazione preventiva" che riguarda il 20% dei detenuti. "Stiamo monitorando situazione, è molto alta la percentuale di extracomunitari, dovrebbe farci riflettere su questa distonia" ha continuato. "Il nostro sistema non è carcerocentrico al 100%", ha sottolineato, su "forme alternative di detenzione vi assicuro che stiamo lavorando".
"Con l'abolizione dell'abuso d'ufficio abbiamo ridato serenità agli amministratori", dice Nordio
Durante la sua relazione sullo stato della giustizia italiana, Nordio ha difeso le misure portate avanti dal governo, in particolare l'abolizione dell'abuso d'ufficio. "Le principali misure normative del 2024 si inseriscono in misure normative adottate ispirate all'esigenza di introdurre nuove forme di protezione sui temi giuridici primari della collettività", ha dichiarato.
"Tra le più significative cito la legge 14/2024 per la ratifica del protocollo Italia-Albania", "il decreto legge 92 in maniera penitenziaria che prevede un commissario straordinario per l'edilizia penitenziaria, una novità estremamente importante che porterà efficenza e rapidità nella risoluzione o nella riduzione dei problemi dell'edilizia carceraria, e la legge con cui è stata disposta l'abrogazione dell'abuso d'ufficio, che ha ridato serenità a moltissimi amministratori", ha detto. "Si sono rafforzate poi le garanzie degli indagati e dei terzi nel delicato settore delle intercettazioni e delle misure cautelari, senza vulnerare le indispensabili forme di indagini nei confronti della criminalità organizzata, mafia e terrorismo", ha concluso.
Nordio dice che i problemi con l'App per il processo penale telematico saranno superati entro il 2025
Il ministro è anche intervenuto per chiarire la questione legata ad ‘App', la piattaforma per la gestione del processo penale telematico dopo le polemiche sulle difficoltà registrate gli scorsi giorni nel funzionamento del sistema. "La prima fase di realizzazione del processo telematico ha richiesto e richiederà un notevole sforzo finanziario e anche un notevole sforzo di immaginazione e di organizzazione". Per Nordio "queste novità tecnologiche hanno creato criticità, ma siamo certi che entro la fine dell'anno saranno superate e rientreremo nei vincoli del Pnrr", ha aggiunto.
Cosa ha detto Nordio sulla riforma della giustizia
"La riforma della giustizia con la separazione delle carriere era un obbligo e un dovere verso i nostri elettori", ha affermato Nordio aggiungendo che la "coalizione si era presentata compatta con questo programma". Il Guardasigilli ha poi assicurato che la riforma completerà il suo iter entro l'estate.
"Come ho più volte detto – ha proseguito – con la consapevolezza intellettuale e l'impegno morale di chi per oltre quarant'anni ha indossato la toga del magistrato, non c'è nessuna disposizione che, nella lettera o nella ‘voluntas' o nella ‘ratio', preveda l'assoggettamento del pubblico ministero all'Esecutivo", ha detto a proposito della discussa separazione delle carriere tra magistratura requirente e giudicante. "Il rischio di una sottoposizione del pm all'Esecutivo, anche questa è un'interpretazione scadente di un pregiudizio obsoleto. Non c'è nessun parallelismo, nessuna consequenzialità tra le due situazioni", ha ribadito.
Secondo Nordio "è sufficiente leggere il testo, chiarissimo, del nostro disegno di legge costituzionale, per assicurarsi che la magistratura requirente mantiene le medesime prerogative di quella giudicante. Ogni altra interpretazione costituisce un processo alle intenzioni che non solo offende la dignità del Parlamento, ma ne dimentica il ruolo, posto che un'eventuale modifica futura dovrebbe transitare attraverso una nuova, e simmetrica, procedura di revisione costituzionale", ha spiegato.
"Quanto poi al timore che il pm diventi un ‘superpoliziotto' la risposta è assai semplice: nel sistema attuale esso è già un superpoliziotto. Con l'aggravante però che godendo delle stesse garanzie del giudice egli esercita un potere immenso senza alcuna reale responsabilità", ha proseguito Nordio. "Oggi infatti il pm non solo dirige le indagini ma addirittura le crea e le crea attraverso la cosiddetta clonazione del fascicolo, svincolata da qualsiasi parametro e da qualsiasi controllo, che può sottoporre una persona a indagini che sono occulte, eterne e che alla fine creano dei disastri anche finanziari nell'ambito dell'amministrazione della Giustizia", ha concluso.