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Carceri, 19 casi di suicidio dall’inizio dell’anno, 10 erano in custodia cautelare

Secondo il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria al momento 60.926 i detenuti presenti nelle carceri italiane. Ci sono 21 madri recluse, con 24 bambini.
A cura di Annalisa Cangemi
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Sono 60.926 i detenuti presenti nelle carceri italiane, secondi i dati aggiornati al 19 febbraio. Tra questi 44.681 con condanna definitiva e 9536 in attesa di primo giudizio. Le cifre aggiornate sono state fornite oggi dal capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Giovanni Russo, nel corso di un'audizione davanti alla commissione Giustizia della Camera.

Il capo de Dap ha riferito che degli ultimi 19 casi di suicidio nel 2024, in dieci erano detenuti in fase di custodia cautelare, altri sette erano condannati in via definitiva, uno aveva fatto ricorso in appello, altri tre erano stati condannati in primo o secondo grado.

Quindici dei 19 casi di suicidio sono avvenuti nelle case circondariali, che costituiscono i tre quarti degli istituti di reclusione. Quattordici detenuti che si sono tolti la vita erano in cella multipla, tredici erano in reparti ordinari, cinque in regime protetto, un solo in regime ad alta sicurezza. In cinque erano in cella singola, due in regime di isolamento disciplinare. Per quanto riguarda i reati dei quali i 19 detenuti che si sono tolti la vita erano accusati, il capo del Dap ha detto che in otto erano in carcere per maltrattamenti in famiglia o violenza sessuale, cinque per omicidio o tentato omicidio.

Sono 21 le donne detenute con 24 bambini

Sono 21 ad oggi le detenute madri con 24 bambini al seguito ospitate negli Icam, gli istituti a custodia attenuata per le detenute madri, o in reparti specializzati di alcune carceri. IL capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Giovanni Russo, ha sottolienato che su questo aspetto "non siamo fanalino di coda in Europa per attenzione" e ricordando la qualità della Sezione Nido del carcere romano di Rebibbia. L'Italia, ha poi ricordato il capo del Dap "è l'unico Paese in Europa a essersi dotato di una Carta dei diritti dei figli di detenuti".

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