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Carcere per chi istiga all’anoressia, sotto accusa i siti pro-ana e pro-mia

Sarà calendarizzata nelle prossime settimane la proposta di legge bipartisan che punisce il reato di “istigazione all’anoressia”.
A cura di Angela Marino
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Per i cosiddetti blog pro – ana e pro-mia, che idealizzano corpi emaciati e incoraggiano le donne ad assumere comportamenti alimentari deviati, potrebbe profilarsi l'accusa di "istigazione all'anoressia", reato punibile con sanzioni salate o addirittura con la reclusione. È quanto si legge nella proposta di legge bipartisan presentata a giugno da Michela Marzano, Mara Carfagna e Valentina Vezzali.

L'introduzione di un comma all'articolo 580 del codice di procedura penale, infatti, prevede  multe che vanno dai diecimila fino ai cinquantamila euro e in alcuni casi anche un periodo di detenzione, proprio per chi "istiga" a comportamenti alimentari "a rischio". Si tratta di provvedimenti che intendono contrastare la tendenza, ormai diffusissima in rete, a promuovere l'utilizzo di pratiche che incoraggiano l'anoressia, soprattutto tra i più giovani: le pene si fanno infatti più severe per chi commette il reato ai danni di un minore.

Anoressia e bulimia in vertiginoso aumento anche in Italia

Secondo l'Organizzazione mondiale della Sanità, disturbi del comportamento alimentare come l'anoressia e la bulimia costituiscono la seconda causa di morte, dopo gli incidenti stradali, tra gli adolescenti. Una vera e propria piaga che conta circa tre milioni di nuovi casi all'anno.

Tuttavia, quella della magrezza estrema sta diventando una autentica filosofia estetica: un culto che trova nella rete molti luoghi di aggregazione per nuovi adepti. Si moltiplicano ogni giorno i blog e i forum in cui ragazze e ragazzi sempre più giovani (l'età media è scesa sotto i dodici anni) si incontrano per scambiarsi consigli su come perdere peso, idealizzando la magrezza e proponendo il rifiuto sistematico del cibo come forma esemplare di autocontrollo.

Diffusissimi in tutta Europa (solo 400.000 in Spagna) i siti pro-ana e pro-mia sono stati bloccati nel 2008 in Francia, mentre Germania, Inghilterra e Italia si apprestano ora a legiferare sul reato di istigazione ai disturbi alimentari .

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