Carabiniere ucciso, Di Maio: “Parlare della foto del ragazzo bendato è buttarla in caciara”
Dopo la pubblicazione della foto di uno dei due ragazzi americani, legato e bendato in caserma in seguito all’uccisione del carabiniere Mario Cerciello Rega, la vicenda avvenuta nel quartiere Prati di Roma è diventata oggetto di dibattito politico. Con le polemiche che hanno seguito la pubblicazione della foto e la mancata condanna di alcune forze politiche, a partire dalla Lega. Ora sul caso interviene anche il capo politico del Movimento 5 Stelle e vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, che andrà in mattinata a Somma Vesuviana per i funerali del carabiniere ucciso.
Di Maio spiega di aver sentito molte polemiche “sulla foto del ragazzo bendato, quella foto non è bella sicuramente, ma parlare ogni giorno quasi più del ragazzo bendato che del nostro carabiniere ucciso significa buttarla in caciara”. Di Maio, quindi, parla dell’interrogatorio di Gabriel Natale-Hjorth, per cui sono intervenuti anche i carabinieri, condannando quanto avvenuto e punendo i responsabili. Per il vicepresidente del Consiglio, però, il punto è un altro: “Abbiamo un nostro servitore dello Stato ammazzato con 11 coltellate. Adesso si vada avanti e spero veramente in una pena massima che possa essere l'ergastolo per questa gente”.
Secondo Di Maio, comunque, ha fatto bene “l’arma a sospendere il carabiniere e a trasferire i carabinieri che avevano compiuto questo atto. Ma non voglio che la si butti in caciara”. Per il vicepresidente del Consiglio, inoltre, è “importantissimo essere, oggi, al funerale del vicebrigadiere che è stato accoltellato con undici coltellate a Roma. È un nostro conterraneo, conterraneo della Campania, di un Comune vicino al mio”.
Sulla foto del ragazzo bendato è intervenuto nelle scorse ore anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: “Ha fatto bene l’arma a individuare il responsabile di questo improprio trattamento e a disporre il suo immediato trasferimento. Chiariamolo bene: ferme restando le verifiche di competenza della magistratura, riservare quel trattamento a una persona privata della libertà non risponde ai nostri principi e valori giuridici, anzi configura gli estremi di un reato o, forse, di due reati”. A suscitare polemiche è stato soprattutto l’intervento del vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, che è sembrato giustificare il trattamento ricevuto dal giovane: “A chi si lamenta della bendatura di un arrestato ricordo che l’unica vittima per cui piangere è un uomo, un figlio, un marito di 35 anni, un carabiniere, un servitore della patria morto in servizio per mano di gente che, se colpevole, merita solo la galera a vita”.