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Morte del carabiniere Mario Cerciello Rega a Roma

Carabiniere ucciso, Di Battista: “Salvini aumenti stipendi alla polizia, non regali milioni al Tav”

Riguardo alla vicenda del carabiniere ucciso a Roma, secondo il pentastellato Alessandro Di Battista, se gli italiani fossero un popolo unito, direbbero basta alle polemiche della politica sul caso, chiederebbero a Salvini di usare i centinaia di milioni di euro che intende regalare alla Tav o a Radio radicale per aumentare gli stipendi alle forze dell’ordine, e infine pretenderebbero che “che i responsabili dell’omicidio paghino tutto in Italia nonostante siano figli dell’impero statunitense”.
A cura di Annalisa Girardi
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Alessandro Di Battista si aggiunge ai commenti sul caso dell'omicidio a Roma del carabiniere, Mario Cerciello Rega, per cui sono stati arrestati due giovani americani, Christian Gabriel Natale Hjorth e Finnegan Lee Elder. Di Battista interviene, in un post su Facebook che intitola "Tifosi e sudditi", ricordando un altro caso su cui erano scoppiate le polemiche a livello politico. Quello dell'atleta Daisy Osakue, di origini nigeriane, contro cui era stato lanciato un uovo che l'aveva colpita ad un occhio. "I giornali di “sinistra” ipotizzarono immediatamente il movente razzista e in molti si scatenarono. “Bastardi fascisti, vi vogliamo appesi a Piazzale Loreto”. Il Partito democratico subito cavalcò la notizia. Il fu Matteo Renzi twittò: “Daisy è stata selvaggiamente picchiata da schifosi razzisti”. Il capogruppo PD alla Camera chiese addirittura al governo di riferire urgentemente in Parlamento. Tuttavia, poche ore dopo, i responsabili del vile gesto vennero identificati. Si trattò di una ignobile bravata e uno dei ragazzi coinvolti era addirittura figlio di un consigliere comunale del Pd", scrive l'esponente del Movimento Cinque Stelle.

La vicenda del carabiniere ucciso è un fatto ancora più grave, che Di Battista sottolinea essere diverso da quello che ha coinvolto Daisy Osalkue, ma che vede simili reazioni da parte della politica e dell'opinione pubblica: "Subito si è parlato di due nordafricani coinvolti. I giornali di “destra” hanno sparato a zero così come diversi politici della stessa area. La Meloni è partita con il suo solito ridicolo comizio sull’immigrazione. Ancor più ridicolo se pronunciato da chi, come lei, ha votato a favore della guerra in Libia, una delle cause principali dell’aumento dei flussi migratori negli ultimi anni. Salvini ci si è buttato a pesce e in molti si sono scatenati. “Dovete morire in mare negri di merda” si leggeva in rete. In realtà ad uccidere il carabiniere è stato un ragazzo borghese statunitense. Ma la divisione del popolo era già stata raggiunta".

"Popolo di tifosi e di sudditi"

Di Battista prosegue quindi affermando che "siamo sempre più un popolo di tifosi, e un popolo di tifosi è un popolo di sudditi". E ancora: "I tifosi si scaldano, si incazzano, gridano alle ingiustizie, alcuni si picchiano tra loro ma la palla non la toccano mai. Tengono in piedi un sistema che senza di loro non andrebbe avanti. Finché si tratta di calcio mi può anche stare bene ma quando a comportarsi da tifosi sono i cittadini che non dovrebbero tenere in piedi il sistema ma semmai cambiarlo iniziando a “toccare palla” è molto più grave. Anche perché ad ogni divisione del popolo c’è qualcuno che esulta davvero". Secondo Di Battista, ci dovrebbero essere almeno quattro cose su cui un popolo unito non dovrebbe dividersi. In primo luogo, i cittadini dovrebbero dire basta ai continui commenti e dibattiti della politica e pretendere che i loro rappresentati propongano soluzioni e non opinioni. Poi si dovrebbe esigere totale chiarezza sui fatti che hanno portato alla morte del carabiniere. Inoltre, per l'esponente pentastellato, il ministro dell'Interno e responsabile della sicurezza sul territorio, Matteo Salvini, dovrebbe aumentare gli stipendi e le dotazioni delle forze dell'ordine, invece di "trovare centinaia di milioni di euro per il Tav o per regalarli a Radio Radicale". Su questo punto, riferendosi al leader leghista, Di Battista aggiunge: "Vada nei territori di mafia (se ha la libertà e il coraggio di farlo) non a chiedere voti ma a chiedere cosa occorre per la principale guerra che lo Stato deve combattere: quella al crimine organizzato". E infine, conclude l'ex parlamentare, il popolo italiano, se fosse unito, dovrebbe pretendere "che i responsabili dell’omicidio paghino tutto e soprattutto paghino in Italia nonostante siano figli dell’impero statunitense".

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