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Capigruppo alla Camera avranno un aumento di stipendio: in arrivo indennità extra da 1.200 euro netti

I presidenti dei gruppi parlamentari avranno un aumento di indennità, pari a 1200 euro netti. Si tratta di un’operazione a saldo invariato che non pesa sul bilancio della Camera.
A cura di Annalisa Cangemi
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I capigruppo a Montecitorio avranno un aumento di stipendio. Una di quelle notizie che faranno storcere il naso a molti, in tempi di caro prezzi, mentre l'inflazione corre e le famiglie sono sempre più in difficoltà.

In pratica l'Ufficio di presidenza di Montecitorio ha deciso con una delibera, la 45/2023, di cui l'Ansa ha preso visione, di aumentare la retribuzione ai presidenti dei gruppi parlamentari, i quali riceveranno dalla Camera una indennità aggiuntiva pari a quella già erogata ai presidenti di commissione, del valore di 2.226,92 euro lordi al mese, 1269,34 euro netti. L'indennità arriverà anche per i presidenti delle componenti del gruppo Misto, ma ridotta alla metà.

Per il 2023 l'indennità aggiuntiva sarà a carico dei bilanci dei singoli gruppi parlamentari. Dal 2024 l'indennità sarà erogata direttamente dalla Camera. "A decorrere dal 1 gennaio 2024, ai Presidenti dei Gruppi parlamentari è corrisposta un'indennità d'ufficio nella stessa misura di quella spettante ai Presidenti di Commissione", recita l'articolo 1 della delibera approvata.

La delibera approvata dall'Ufficio di presidenza della Camera dispone inoltre: "A decorrere dal 1 gennaio 2024, ai Presidenti delle componenti politiche del Gruppo Misto è corrisposta un'indennità d'ufficio in misura pari alla metà di quella spettante ai Presidenti di Commissione". Inoltre, "non è consentito il cumulo di più indennità d'ufficio. Al deputato investito di più incarichi per i quali avrebbe titolo a percepire più indennità d'ufficio spetta quella di ammontare più elevato".

E ancora: "A decorrere dall'esercizio 2024 lo stanziamento del capitolo 1000, "indennità dei deputati", del bilancio della Camera, voce analitica "indennità d'ufficio", è incrementato di 267.230,40 euro annui. Alla copertura finanziaria dei predetti oneri si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del capitolo 1150, "Contributo ai Gruppi parlamentari".

"In via transitoria, per il periodo dal 1 luglio al 31 dicembre 2023, i Gruppi, a valere sul proprio contributo a carico del bilancio della Camera per il corrente anno, corrispondono ai propri Presidenti e, con riferimento al Gruppo Misto, ai Presidenti delle componenti politiche, un'indennità nella misura rispettivamente prevista ai commi 1 e 2. Il Collegio dei deputati Questori, nell'adempimento dell'obbligo, ai sensi dell'articolo 15-ter, comma 6, del Regolamento della Camera, di riferire all'Ufficio di Presidenza sull'esito del controllo sui rendiconti dei Gruppi parlamentari e delle componenti politiche, relativi all'esercizio 2023, dà conto dell'attuazione della presente previsione transitoria".

Le risorse necessarie saranno prelevate dal contributo concesso ai gruppi parlamentari e quindi, viene spiegato, l'operazione è a saldo invariato, non pesa quindi sul bilancio della Camera. In sostanza, dunque, non ci saranno spese aggiuntive. La decisione dell'Ufficio di presidenza di Montecitorio però non è stata presa all'unanimità. A quanto viene riferito all'Adnkronos, infatti, avrebbero votato a favore centrodestra e Movimento 5 Stelle, mentre Pd, Verdi-Sinistra e Roberto Giachetti di Iv si sono astenuti.

Ecco tutti i parlamentari che potrebbero beneficiare dell'aumento: Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia, Chiara Braga per il Partito Democratico, Riccardo Molinari della Lega, Francesco Silvestri per il Movimento Cinque Stelle, Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia, Matteo Richetti, capogruppo di Azione, Luana Zanella di Avs, Maurizio Lupi (NcI), Manfred Schullian (Svp). Inoltre, è previsto un aumento di circa 635 euro per: Riccardo Magi (Più Europa), Renate Gebhard (Svp).

Il M5s rinuncia all'indennità

Il M5s ha fatto sapere di aver rinunciato all'indennità. Per il capogruppo alla Camera Francesco Silvestri proprio grazie al Movimento si sono evitate ulteriori "spese a carico degli italiani. La proposta alternativa, che il M5s ha fermamente contrastato in collegio dei questori, prevedeva l'introduzione dell’indennità per i capigruppo con costi a carico della Camera e quindi dei cittadini. Abbiamo ottenuto una modifica sostanziale spingendo le forze politiche di maggioranza ad accettare lo schema da noi proposto e a votarlo in Ufficio di Presidenza: le indennità dei capigruppo non devono essere a carico degli italiani ma eventualmente dei gruppi parlamentari. La proposta passata alla Camera è a saldo zero".

"Io, Francesco Silvestri, in linea con la mia storia personale e quella del Movimento 5 Stelle, non mi avvarrò in alcun modo di questo aumento e farò in modo che le risorse, proprio come prima che questa delibera divenisse effettiva, vengano utilizzate per lo svolgimento delle nostre battaglie politiche". Anche il Pd ha deciso di non usufruire dell'indennità aggiuntiva.

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