Caos tribunali, rinviato anche il processo a Matteo Salvini per il caso Gregoretti: sarà a ottobre
Il processo a Salvini, il procedimento in cui l'ex ministro dell'Interno è imputato per sequestro di persona per i migranti trattenuti per giorni a bordo della nave militare Gregoretti (da 27 luglio al 31 luglio 2019), è stato rinviato. L'udienza preliminare sulla richiesta di rinvio a giudizio era attesa per il 4 luglio, a Catania, ma è stata rinviata al 3 ottobre. I tribunali devono fare i conti con i ritardi dovuti al lockdown per la pandemia.
La notizia è stata diffusa da Repubblica.it, e arriva alla vigilia del voto del Senato sulla nuova richiesta di rinvio a giudizio per il caso Open Arms, per fatti accaduti mentre era ministro dell'Interno: oggi e domani, presso la Sala Koch di Palazzo Madama, sono previste infatti due riunioni della Giunta delle Elezioni e delle Immunità Parlamentari del Senato, che recano all'ordine del giorno le ratifiche delle elezioni in Campania e Puglia e la vicenda Open Arms. In particolare oggi, dalle 18, è previsto il dibattito mentre domani, dalle 9, ci sarà la replica del relatore, il presidente della Giunta Maurizio Gasparri, e le dichiarazioni dei voti dei gruppi. Al termine di questi interventi ci sarà la votazione sulla richiesta all'autorizzazione a procedere arrivata dal Tribunale dei ministri.
Il presidente dell’ufficio del giudice dell’udienza preliminare Nunzio Sarpietro che si occuperà del caso Gregoretti è stato costretto al rinvio: "I nostri ruoli sono stati travolti dallo stop per l’emergenza coronavirus, ci sono migliaia di processi rinviati che hanno precedenza e ho dovuto spostare l’inizio del processo che vede imputato il senatore Salvini ad ottobre", ha spiegato. Salvini, dopo che il quotidiano ‘La Verità' ha reso note le intercettazioni sulla chat Whatsapp del pm Palamara, si è detto preoccupato per l'imparzialità del giudizio che lo riguarda, e ha scritto al Presidente Mattarella. Ma Sarpietro ha commentato: "Stia tranquillo il senatore Salvini, avrà un processo equo giusto e imparziale come tutti i cittadini. Né io né nessun giudice che si è occupato di questo fascicolo abbiamo nulla a che spartire con Palamara. E sono d’accordo con lui: quelle intercettazioni tra magistrati sono una vergogna".