Caos treni, anche Fdi ammette i ritardi continui e avvisa i deputati: “Per essere in orario partite in anticipo”
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni non ha pensato di dire una parola sul mercoledì nero per i trasporti ferroviari in Italia, paralizzati dopo un guasto a Roma nella tratta tra le stazioni Termini e Tiburtina. Ma il caos e i disagi sui treni, tra cancellazioni e passeggeri bloccati per ore nei convogli fermi, non sono passati inosservati nella maggioranza.
La gravità della situazione è ormai sotto gli occhi di tutti, non basta dare la colpa a un chiodo piantato male, e lo sanno bene anche gli alleati del ministro dei Trasporti Matteo Salvini. Al punto che i vertici di Fratelli d'Italia ritengono necessario metterlo nero su bianco in un avviso a tutti i parlamentari del partito di Meloni.
Martedì 8 ottobre alle ore 12,30 si terrà infatti alla Camera la votazione di un giudice costituzionale, e all'appuntamento tutti sono invitati ad arrivare puntuali. "Non sono ammesse assenze da parte di alcun deputato (vale anche per Ministri, Vice Ministri e Sottosegretari)" si legge in un messaggio che i vertici del gruppo parlamentare hanno inviato nelle scorse ore ai deputati del partito di via della Scrofa. "Poiché i mezzi di trasporto spesso registrano ritardi rispetto agli orari di arrivo a Roma previsti, occorre organizzare il viaggio in modo di essere presenti alla Camera con largo anticipo" viene inoltre spiegato ai parlamentari. Tutti i 117 deputati di Fratelli d'Italia "devono essere tassativamente presenti, sicché tutti devono disdire eventuali impegni – istituzionali e/o politici – già assunti" è l'ordine di scuderia.
In pratica i vertici di Fratelli d'Italia ammettono che i treni non sono affidabili, come del resto tutti i pendolari e i viaggiatori osservano, a loro spese, già da mesi, e sanno che quello che è successo due giorni fa non è frutto di un evento inaspettato, di un casuale malfunzionamento, o di un errore umano circoscrivibile al guasto avvenuto a Roma, ma è un problema strutturale, dovuto alla linea sovraccarica e ai tanti cantieri aperti, per i quali non è stata fatta un'adeguata pianificazione.
A prescindere da quali siano state le responsabilità per quello che è accaduto mercoledì – il ministro ha detto molto chiaramente che il suo dicastero non c'entra nulla e ha fatto sì che venisse sospesa ogni attività tra Rfi e la ditta che si occupava della manutenzione di quella tratta – ormai anche gli alleati di Salvini non possono che constatare che per partecipare a un importante evento istituzionale, come la votazione di un giudice della Consulta, bisogna pianificare il viaggio considerando probabili rallentamenti o blocchi improvvisi della circolazione.