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Caos Superbonus in Senato, FI minaccia di votare contro e FdI allarga la commissione per non andare sotto

Sul decreto Superbonus, Forza Italia ha minacciato di votare contro il governo in commissione Finanze al Senato. Nel pomeriggio, a sorpresa, da FdI è arrivata la richiesta di allargare la commissione aggiungendo un suo senatore. Poi il chiarimento di La Russa: “L’eventuale cambiamento non partirà da oggi”.
A cura di Luca Pons
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La maggioranza va ancora in difficoltà sul decreto Superbonus: per evitare che un voto contrario di Forza Italia faccia ‘andare sotto' la maggioranza in commissione Finanze al Senato, e blocchi l'ultima proposta del governo, Fratelli d'Italia ha chiamato a sorpresa un nuovo senatore a far parte della commissione. Il nuovo intervento così discusso è quello con cui il governo Meloni – in particolare il ministro dell'Economia, il leghista Giorgetti – vuole obbligare i beneficiari del bonus a ‘spalmare' i crediti in dieci anni, in modo retroattivo. Forza Italia non ha nascosto di essere contraria al provvedimento fin dall'inizio, perché la retroattività rischierebbe di danneggiare banche e imprese. Ora si è arrivati alla resa dei conti, cioè al voto in commissione Finanze al Senato: la proposta del governo, nonostante i tentativi di FI di modificarla, non è cambiata.

Tuttavia, dopo ore di acceso dibattito, il presidente del Senato Ignazio La Russa ha chiarito : "In realtà oggi non muta nessun componente delle Commissioni, eventualmente potrà modificarsi ma non viene in funzione nella votazione di oggi". Solo da domani, quindi, dopo averlo comunicato all'Aula, un senatore di FdI potrà aggiungersi alla commissione. Il ‘blocco' ha fatto esultare il Pd, che ha espresso "soddisfazione per le parole del presidente La Russa. Le votazioni di oggi in commissione Finanze si svolgeranno a composizione di commissione invariata. È evidente che rinvii a domani del voto in commissione sugli emendamenti da parte della maggioranza suonerebbero come una presa in giro dell’opposizione. Non è possibile cambiare la composizione delle commissioni mentre sono in corso votazioni sugli emendamenti ad un provvedimento".

La minaccia di Tajani: "FI vota contro se la norma non cambia"

Il problema è che i numeri sono piuttosto risicati, in commissione Finanze. I senatori sono 19 in tutto: dieci della maggioranza, otto dell'opposizione e in più il senatore a vita Renzo Piano. Forza Italia è rappresentato da un solo senatore, il presidente della Lazio Claudio Lotito. Ma la matematica mostra che (escludendo l'architetto Piano), se in un commissione tutte le opposizioni votassero contro l'emendamento del governo e a loro si unisse anche Lotito, la votazione finirebbe in parità. E quindi, secondo i regolamenti parlamentari, l'emendamento sarebbe bocciato.

È un rischio concreto, per il centrodestra. Oggi pomeriggio, il segretario di FI Antonio Tajani lo ha ribadito: "Voteremo contro se non sarà modificato. Le imposizioni che vengono dall'esterno non mi trovano d'accordo. Se si trovano soluzioni positive, sono sempre pronto ai compromessi". Tajani ne ha approfittato per ribadire la critica all'emendamento proposto da Giorgetti: "Non è stato per nulla concordato con me che sono il vicepresidente del Consiglio e che rappresento uno dei partiti di maggioranza. Non è che sono vincolato a dire sì, se non sono consultato".

La mossa di FdI: allargare la commissione

Poco dopo, in modo inaspettato, da Fratelli d'Italia è arrivata la richiesta formale di aggiungere un senatore alla commissione. L'ipotesi è che si tratti di Salvatore Sallemi, di FdI, ma il nome importa poco. Il punto è che, con un parlamentare in più, la maggioranza potrebbe essere sicura di far passare l'emendamento anche se Forza Italia dovesse decidere di opporsi.

La mossa di Fratelli d'Italia ha suscitato le proteste dell'opposizione. Un ‘allargamento' della commissione è possibile, secondo i regolamenti, ma è pensato principalmente per intervenire quando un parlamentare passa dalla maggioranza all'opposizione (o viceversa) e allora bisogna ristabilire gli equilibri all'interno della commissione. Il presidente del Senato Ignazio La Russa, che dovrebbe approvare formalmente l'aumento, si è tirato fuori: "È una cosa che appartiene alla volontà dei gruppi. Se c'è una richiesta è un fatto automatico, non c'è una mia discrezionalità".

Turco (M5s) a Fanpage: "Il governo bara e conferma le spaccature nella maggioranza"

A Fanpage.it Mario Turco, vicepresidente del Movimento 5 stelle e componente della commissione, ha commentato: "Il governo bara per evitare una debacle in commissione. L'ennesima prova della forte spaccatura nella maggioranza, in merito alla decisione scellerata del ministro Giorgetti di introdurre il trentesimo provvedimento di modifica dei bonus edilizi". Aggiungere un componente "è una cosa che si può fare, ma non quando la partita è già iniziata e si avvia a una certa conclusione, solo perché il governo non se lo aspettava. È un gioco scorretto quello di FdI e Lega, che per neutralizzare la battaglia che Forza Italia sta facendo insieme alle opposizioni fa entrare un dodicesimo giocatore".

Il capogruppo del M5s in Senato, Stefano Patuanelli, ha parlato di "gestione folle, dilettantesca e antidemocratica" da parte della maggioranza. Anche il Pd si è mobilitato, con il suo capogruppo a Palazzo Madama Francesco Boccia: "Stiamo assestando alle prove tecniche di premierato. La maggioranza sta sempre di più portando istituzioni e Paese sulla strada di Orban". In Alleanza Verdi-Sinistra, il capogruppo Peppe De Cristofaro ha dichiarato: "Un vero e proprio blitz alla vigilia del voto sugli emendamenti per evitare al governo di andare sotto. Una forzatura inaccettabile". Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde, ha aggiunto: "Ormai le regole democratiche sono calpestate".

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