Caos seggi a Palermo, Lamorgese: “Serve una legge per pagare di più scrutatori e presidenti”
Dopo il caos ai seggi di Palermo di domenica scorsa, con il voto dei cittadini impedito per la mancanza di circa duecento persone tra presidenti e scrutatori (divisi più o meno in 170 e 30), la ministra dell'Interno Lamorgese propone di aumentare la paga per chi segue le operazioni di voto. "Non è stato caso isolato e inedito– spiega rispondendo a un'interrogazione parlamentare alla Camera- numerose rinunce si sono verificate non solo a Palermo, ma anche in altre grande città, senza gli effetti che si son visti lì".
"Nel caso della Sicilia – aggiunge- il potere per affrontare una situazione del genere spetta alla Regione, che gestisce le elezioni locali, con il governo che non può sostituirsi". Quindi la proposta di intervenire tramite una legge. "Il fenomeno delle rinunce di presidenti e scrutatori – argomenta- sembra richiedere l'avvio di una riforma parlamentare, anche per rendere più attrattiva la funzione dal punto di vista remunerativo, valutare l'incarico del presidente e dare più facoltà ai Comuni per gestire meglio le emergenze ai seggi".
Quindi, ripercorrendo il caso di Palermo, Lamorgese parla di decine di sostituti mancanti, irreperibili o che hanno rinunciato nella sera di sabato. Domenica mattina, con più di 40 sezioni ferme su circa 600 totali, il prefetto ha indicato al comune di Palermo di accorpare i seggi come estrema ratio per risolvere il problema. "Alle 15, però, si è risolta l'emergenza – dice la ministra- così da evitare l'accorpamento".
Lamorgese, infine, spiega che l'insediamento dei seggi era programmato per sabato alle 16, quindi "ben prima della partita del Palermo, con un eventuale differimento che non avrebbe avuto effetto sulle defezioni avvenute". Anche la Lega calcio, conclude la ministra, "ha detto di non poter spostare la partita ad altra data". La partita Palermo-Padova della scorsa domenica ha determinato la promozione della prima squadra in serie B e per questo potrebbe aver causato l'assenza degli addetti ai seggi.