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Caos scuola, concorso presidi sospeso dal Tar e nomine in bilico: cosa sta succedendo

Il concorso per presidi che avrebbe dovuto portare a 519 nomine – attese proprio in questi giorni – è stato sospeso dal Tar. Restano quindi in attesa i vincitori, mentre oltre 800 scuole in Italia sono guidate da reggenti. Il 5 settembre i giudici amministrativi decideranno come procedere. Il ministro Valditara: “Troppo allarmismo”.
A cura di Luca Pons
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Un nuovo intoppo legale ha fermato la nomina di 519 presidi nelle scuole italiane, che ora resteranno in bilico fino al 5 settembre – mentre l'inizio dell'anno scolastico si avvicina sempre di più. Il problema è sorto con la sospensione in via cautelare decisa dal Tar del Lazio: i vincitori del concorso riservato per presidi, che era partito l'anno scorso e si era concluso a luglio, ora devono aspettare che il Tribunale amministrativo regionale raggiunga un verdetto. E l'incontro in camera di consiglio sarà, appunto il 5 settembre.

La sospensione è arrivata il 14 agosto, cinque giorni dopo la pubblicazione delle graduatorie definitive, e nei giorni successivi la confusione è aumentata. Oggi il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara è intervenuto in prima persona, rispondendo sui social alle critiche: "Si sta facendo troppo allarmismo e troppa strumentalizzazione politica", ha detto, affermando che il suo ministero "è al lavoro per far valere nelle sedi opportune le proprie argomentazioni al fine di risolvere una questione che non dipende dalle nostre strutture". Per poi chiosare: "Noi lavoriamo nell’interesse della scuola italiana; altri, purtroppo, solo per interessi di parte".

L'intenzione del ministero sarebbe stata quella di permettere la nomina dei 519 presidi già dal primo settembre, per ridurre in modo drastico le scuole che oggi sono senza dirigente prima dell'inizio dell'anno scolastico. Gli istituti che sono guidati da una reggenza, infatti, oggi sono oltre 800 in tutta Italia.

La questione è complessa, dal punto di vista legale. Il concorso riservato che si è concluso quest'anno era stato indetto dal governo per ‘tamponare' i problemi sorti con un altro concorso, quello ordinario del 2017. Da allora, dopo una serie di corsi e contro-ricorsi, non si è arrivati a una soluzione chiara sulla sorte dei vincitori del concorso ordinario. Ora però si apre un nuovo capitolo, quello appunto del concorso riservato, che il Tar ha sospeso e su cui deciderà il 5 settembre.

Per chi ha presentato il ricorso, il problema è che il concorso riservato potrebbe non essere costituzionale, e per di più che il governo ha deciso di attribuire una parte dei posti previsti per il concorso ordinario tramite quello riservato. La norma, come hanno poi specificato fonti di governo, prevede che i posti siano assegnati ai vincitori del concorso riservato, per poi essere restituiti a quelli del concorso ordinario, quando saranno individuati. Un altro concorso ordinario, infatti, è iniziato nel 2023 ed è ora in corso (in attesa della prova scritta). A loro volta, alcuni dei candidati bocciati nella fase preselettiva hanno presentato ricorso.

Toccherà al Tar districare la matassa, a partire dalla decisione del 5 settembre, che riguarderà sia il concorso riservato che quello ordinario del 2023. Nel frattempo le scuole potrebbero decidere di assumere i dirigenti con riserva, fino alla sentenza, oppure proseguire con i reggenti. Il ministero dell'Istruzione si costituirà in giudizio per chiedere che la sospensione sia annullata. Sembra chiaro che, in ogni caso, l'inizio dell'anno scolastico sarà all'insegna della confusione.

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