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Caos Roma: cosa si muove dietro le quinte

Non c’è solo l’indagine non svelata della Muraro: nella giunta Raggi si giocano rapporti di forza che contrappongono due anime apparentemente inconciliabili. Ecco gli schieramenti in campo.
A cura di Giulio Cavalli
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Tira vento forte a Roma dalle parti del Campidoglio. Ad un certo punto nelle scorse ore si vociferava addirittura delle dimissioni in contemporanea dell'assessore all'urbanistica Paolo Berdini e dell'assessore alla cultura Luca Bergamo. Nonostante le smentite di turno (ma la veridicità delle smentite non è certo il piatto forte della giunta di Virginia Raggi) si sa per certo che Berdini ha parlato alla sindaca della possibilità di farsi da parte e solo dopo una lunga discussione ha deciso di ripensarci. Bisogna vedere se si tratta solo di uno slittamento; qualcuno giura che la separazione (l'ennesima per la giunta grillina nel giro di pochi giorni) si consumerà entro il mese.

Parlando con ai microfoni di  Radio 1 Berdini è stato chiaro: «Non mi dimetto ma ci sono problemi giganteschi da affrontare – ha detto l'assessore – e Marra deve fare un passo indietro se è vero che è l'autore della scellerata lettera inviata a Cantone sulla Raineri». Raffaele Marra: ecco l'uomo dal ruolo oscuro su cui Raggi e i suoi si stanno sbriciolando. Il quadro è abbastanza chiaro: da una parte c'è l'asse Raggi-Di Maio che regge su Marra (vice capo di gabinetto, ex collaboratore stretto di Alemanno e sintesi dell'anima "destrorsa" dei grillini) mentre dall'altra i più "sinistrorsi" (tra cui gli assessori Bergamo e Berdini ma anche la deputata Roberta Lombardi, già uscita dal direttorio romano). L'uomo che riusciva a tenere in equilibrio le due fazioni era l'assessore Minenna. Ma anche Minenna si è dimesso.

È Marra, del resto, ad avere confezionato la "promozione" di Salvatore Romeo, attivista grillino e uomo della Raggi, che si era ritrovato lo stipendio triplicato grazie a una delibera firmata dal vice responsabile delle risorse umane Gianluca Viggiano (uomo di Marra): il dipendente comunale aveva deciso di mettersi in aspettativa come dipendente del comune di Roma per farsi riassumere con uno stipendio che da 40.000 balzava ai 120.000 euro annui. «Si tratta di un errore» disse Virginia Raggi ma tra i funzionari del comune quasi nessuno ha creduto alla versione ufficiale della sindaca.

Ed è sempre Marra ad avere scritto la lettera (firmata dalla Raggi) inviata all'ANAC di Raffele Cantone per avere un parere sulla legittimità della nomina dell'ex capo di gabinetto (e quindi "superiore" di Marra) Carla Raineri. Chi ha letto la missiva giura che la domanda fosse postulata volontariamente in modo che non si potesse dire di no. E per questo la Raineri avrebbe lanciato strali lasciando il proprio posto Dopo essere stat "dimessa". La stessa lettera a cui faceva riferimento proprio stamattina Berdini nel suo colloquio con i giornalisti.

Per questo la vicenda dell'indagine che riguarda la Muraro (di cui scrive Enrico Tata qui) è solo l'ultima goccia di un profondo processo di erosione che sta indebolendo la giunta capitolina. Anche la mancata presa di posizione degli uomini forti del Movimento (Di Maio, Casaleggio e Grillo) è la dimostrazione del fatto che i rapporti da aggiustare siano molti di più di quelli che leggiamo sui giornali. Anche perché dentro il Movimento 5 Stelle dichiara apertamente che sarebbe meglio perdere Roma piuttosto che "uccidere" il Movimento.

Intanto ovviamente Roma aspetta.

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Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Collaboro dal 2013 con Fanpage.it, curando le rubriche "Le uova nel paniere" e "L'eroe del giorno" e realizzando il format video "RadioMafiopoli". Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.
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