Caos M5S Genova, Cassimatis trascina Grillo in tribunale e chiede l’annullamento del voto online
Dopo aver vinto le comunarie di Genova, battendo il favorito Luca Pirondini, ed essere stata improvvisamente esclusa dalla competizione elettorale da Beppe Grillo in persona, che attraverso la pubblicazione di un post sull'omonimo blog ha comunicato alla professoressa genovese l‘annullamento della candidatura a sindaco di Genova, Marika Cassimatis ha deciso di ricorrere in tribunale nel tentativo di affermare le proprie ragioni e ottenere una sospensiva del voto online, oltre al conseguente reintegro in lista. Il caos genovese, dunque, finirà a colpi di carta bollata e sarà dunque in Tar della Liguria a decidere le sorti delle comunarie della città della Lanterna. Cassimatis ha infatti annunciato che già questo pomeriggio presenterà tutta la documentazione in suo possesso per impugnare "la votazione fatta su scala nazionale contraria al regolamento interno per le amministrative" (perché fu permesso agli iscritti di tutta Italia e non solo ai residenti della città di Genova di partecipare al voto ndr) indetta da Beppe Grillo la mattina dell'annullamento della candidatura della professoressa, votazione vinta dall'ex favorito, nonché unico candidato, Luca Pirondini, sostenuto dalla fedelissima di Grillo Alice Salvatore, consigliera regionale in Liguria per il Movimento 5 Stelle.
Cassimatis la scorsa settimana ha inoltre presentato una querela per diffamazione nei confronti di Beppe Grillo e di Alessandro Di Battista. Per quanto riguarda il garante del Movimento 5 Stelle, l'ipotesi di diffamazione riguarderebbe i contenuti pubblicati da Grillo nel famigerato post di annullamento della candidatura, in cui scrisse che Cassimatis avrebbe "ripetutamente e continuativamente danneggiato l'immagine del MoVimento 5 Stelle, dileggiando, attaccando e denigrando i portavoce e altri iscritti, condividendo pubblicamente i contenuti e la linea dei fuoriusciti dal MoVimento 5 Stelle; appoggiandone le scelte anche dopo che si sono tenuti la poltrona senza dimettersi e hanno formato nuovi soggetti politici vicini ai partiti". Per quanto riguarda invece l'onorevole Di Battista, la querela sarebbe scattata perché in un'intervista concessa al Corriere della Sera avrebbe dichiarato: "Ci sono persone non in linea con la nostra lotta" e "piuttosto che correre il rischio di ritrovarseli nel gruppo misto qualche settimana dopo si prende questa decisione".