Caos governo, Di Maio a Salvini: “Smettete di parlare di poltrone, il M5S vuole tagliarle”
"I giochini di palazzo non ci sono mai piaciuti e questo dibattito sulle poltrone inizia a stancarmi. Siamo andati al Governo non per chiederle, ma per tagliarle. E lo abbiamo messo nero su bianco nel contratto, insieme alla Lega". Lo ha scritto su Facebook il vicepresidente del Consiglio e capo politico del M5S, Luigi Di Maio, che da poco ha lasciato Palazzo Chigi, dopo aver incontrato questa mattina i due capigruppo pentastellati Francesco D'Uva e Stefano Patuanelli.
"C'è una riforma del Movimento 5 Stelle – ha aggiunto – che aspetta l'ultimo voto il 9 settembre. Il 9 settembre taglieremo definitivamente 345 parlamentari. Significa che alle prossime elezioni molti vecchi politicanti dovranno iniziare a cercarsi finalmente un lavoro".
Secondo il capo politico del Movimento "è una riforma epocale contro i privilegi dei politici e in favore del buon senso. Per anni lo Stato ha saputo solo chiedere, dal 9 settembre invece comincerà a restituire qualcosa indietro ai cittadini: risparmiamo mezzo miliardo di euro da mettere su strade, ospedali, sulla riduzione delle tasse". E ha concluso: "Manca solo l'ultimo voto e mi auguro nessuno si tiri indietro all'ultimo minuto, sarebbe gravissimo. Anzi, sarebbe un segnale al Paese. Il segnale di chi non vuol cambiare nulla. Le parole sono belle ma non bastano. Servono i fatti", ha detto, riferendosi probabilmente all'alleato di governo, che fino a ieri sera ha minacciato un imminente ritorno al voto, a meno che il governo non prosegua rapidamente con le riforme care alla Lega.
E lo stesso appello è stato rilanciato dalla sindaca di Torino, Chiara Appendino: "Mi auguro che la Lega non parli di poltrone, come sembra stia facendo, ma torni a pensare al programma e al contratto di governo, anche perché a settembre si dovrà votare la riduzione dei parlamentari che credo sia un obiettivo del paese. Mi auguro che il governo possa andare avanti e soprattutto che, dal punto di vista della lega, ci sia l'interesse a non pensare solo interesse a rimpasti, rimpastini e poltrone ma a provvedimenti che servono al Paese".
Oggi, dopo che Conte si è recato al Quirinale per un colloquio informativo con Mattarella, per fare il punto della situazione, fonti del M5S hanno lasciato trapelare preoccupazioni nel caso venisse aperta una crisi di governo: "Il M5S è al lavoro come ogni giorno per il Paese e dunque lo è anche il capo politico, Luigi di Maio. Chiunque oggi aprisse una crisi di governo, l'8 agosto, si assumerebbe la responsabilità di riportare in Italia un governo tecnico. Sarebbe folle". Al momento l'ipotesi più accreditata sembra essere quella di un rimpasto: potrebbero essere sostituiti alcuni ministri in quota Cinque Stelle come Sergio Costa, Danilo Toninelli e Elisabetta Trenta. Anche se oggi il leghista Molinari ha lanciato un avvertimento anche al ministro dell'Economia Giovanni Tria.
Secondo il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli mettere fine all'esperienza di questo governo significherebbe tradire il mandato degli elettori. "In 14 mesi al ministero abbiamo risolto la maggior parte dei dossier ereditati dal passato – ha detto durante la presentazione delle linee guida del Mit sulla manutenzione dei viadotti autostradali – Non pensavo che il Mit fosse in grado di riuscirci in poco più di un anno. Lo abbiamo fatto dando indirizzi politici specifici e oggi siamo convinti più che mai che, per il bene del Paese, bisogna andare avanti con questo modello, con cui abbiamo riequilibrato i rapporti di forza dello Stato".