È di questi giorni la polemica sulla possibilità che il Governo inserisca il nuovo canone Rai (nella versione riveduta e corretta a 100 euro) nella bolletta dell’elettricità. Una intenzione che trova perplesse le associazioni dei consumatori e che potrebbe dare atto a una marea di ricorsi giudiziari (senza contare il fatto che già al Senato della Repubblica al Governo era stata negata la delega a rivedere il canone Rai).
Così, mentre la Camera dei deputati esamina il disegno di legge di riforma della Rai, è Pierluigi Sabbatini, dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, a lanciare una proposta nel merito, con un lungo post pubblicato su LaVoce.info. La premessa è chiara: “Il governo vuole far pagare il canone tv con la bolletta dell’elettricità. Ma è una soluzione che separa imposta e fruizione del servizio. Per risolvere il problema dell’evasione basterebbe invece crittare le trasmissioni Rai. E si potrebbero così abolire anche i tetti pubblicitari.”
Nel dettaglio si tratterebbe di riconferire “al canone Tv la natura di imposta associata all’effettiva fruizione del servizio”. Come? Utilizzando la tecnologia digitale e rendendo il servizio televisivo “escludibile”.
Ecco la tesi di Sabbatini:
La soluzione al problema dell’evasione del canone televisivo è dunque a portata di mano: crittare le trasmissioni Rai e fornire la card Rai a coloro che pagano il canone. Questa soluzione obbligherà chi vuole fruire del servizio a pagarlo e, nel contempo, consentirà a chi non se ne vuole servire di evitarne il pagamento.
In tal modo, oltre a legare il servizio al pagamento della tassa, si potrebbero anche eliminare i tetti pubblicitari, senza per questo considerare "chiusa" la questione della Rai come servizio pubblico: "La Rai non è assoggettata agli stessi criteri di profittabilità di un’impresa privata e dispone ancora di asset importanti che non sono nella disponibilità delle altre emittenti".