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Cannabis light, rinviato il voto sull’emendamento del governo che vieta l’uso di immagini della canapa

Il nodo del governo sulla cannabis light viene rinviato. Accantonati in commissioni Affari costituzionali e Giustizia alla Camera i voti sull’emendamento che parifica la cannabis light alle sostanze stupefacenti e sul subemendamento della Lega che vieta l’uso di immagini che riproducono, in tutto o in parte, la pianta di canapa.
A cura di Giulia Casula
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Battuta d'arresto per il governo su Cbd e cannabis light. Questa mattina infatti, sono riprese nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia alla Camera le votazioni sugli emendamenti al ddl Sicurezza, ma per il momento i provvedimenti con cui l'esecutivo intende introdurre una nuova stretta per il settore sono stati accantonati.

In particolare, il presidente della commissione Giustizia, Ciro Maschio (FdI), ha spiegato che è "in corso una riflessione" sull'emendamento che vuole parificare la cannabis light a stupefacente ed "è opportuno per il momento rinviare". A fine maggio, la notizia aveva suscitato diverse polemiche tra i professionisti del settore.

Cosa prevedono gli emendamenti del governo sulla cannabis light

Con questa norma il governo mira a vietare la coltivazione e la vendita delle infiorescenze, anche di cannabis a basso contenuto di Thc, per usi diversi da quelli espressamente indicati nella legge a sostegno della filiera della canapa ad uso industriale. Nelle intenzioni dell'esecutivo, ci sarebbe quella di punire il commercio o la cessione con le norme del Testo Unico sulle Sostanze Stupefacenti, parificando di fatto la cannabis light a quella non light.

Tra i voti in stand-by, anche quello in commissione Affari costituzionali al sub-emendamento firmato dal capogruppo della Lega, Igor Iezzi, che punta a proibire l'utilizzo di "immagini o disegni, anche in forma stilizzata, che riproducano l'intera pianta di canapa o sue parti su insegne, cartelli, manifesti e qualsiasi altro mezzo di pubblicità per la promozione di attività commerciali".

In Commissione, "stiamo procedendo con l'esame degli emendamenti, l'obiettivo è quello di votare il mandato al relatore per l'Aula entro fine luglio", ha spiegato ancora Maschio. Il nodo sulla cannabis light viene così rinviato, ma la battaglia dell'esecutivo non si ferma.

Il Ministro Schillaci inscerisce il Cbd tra le sostanze stupefacenti

Il ministro della Salute Orazio Schillaci, con un decreto pubblicato sabato in Gazzetta Ufficiale ha inserito il cannabidiolo, uno dei principi attivi della cannabis, tra i farmaci stupefacenti, nonostante in realtà non rientri tra gli elenchi riportati nelle Convenzioni Onu sulle sostanze narcotiche e psicotrope. Una decisione arrivata prima del pronunciamento del Tar del Lazio, atteso per il 16 settembre 2024, e con cui il governo ha voluto imprimere un'ulteriore stretta.

Immediate le proteste di esercenti e associazioni. "Considerare stupefacente una molecola al centro di raccomandazioni internazionali perché efficace nel trattamento di diverse condizioni, dall'epilessia minorile a spasmi muscolari andrà ad aggiungere ulteriori ostacoli burocratici allo stigma che purtroppo ancora accompagna l'uso medico della cannabis e la sua cronica mancanza sul mercato italiano colpendo decine di piccole e medie imprese cresciute negli anni. Il decreto entrerà in vigore il 27 luglio, occorrerà approfondire se è andata veramente così perché si tratterebbe di un precedente molto grave", hanno riferito dall'Associazione Luca Coscioni.

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