Cannabis light, ok ai prodotti al Cbd: tribunale sospende il divieto imposto dal ministero della Salute
Senza troppe sorprese il Tar del Lazio ha confermato la sospensione del decreto del ministero della Salute, con il quale si inserisce il cannabidiolo (Cbd) tra i medicinali che contengono sostanze stupefacenti. L'effetto di questa decisione è che i prodotti orali contenenti cannabis light sono consentiti, e non può esserne vietata la vendita. L'udienza di merito fissata il prossimo 16 gennaio. Nel procedimento il ministero della Salute si è costituito in giudizio "ritenendo che le ragioni poste a base del ricorso siano prive di fondamento".
I giudici con la loro ordinanza, "riscontrata una carenza d'istruttoria e rilevato che non emerge un immediato rischio per la salute", hanno accolto le richieste cautelari proposte da Ici – Imprenditori Canapa Italia e hanno obiettato che non sono sufficientemente motivati i pericoli di una possibile dipendenza da cannabidiolo.
Nelle motivazioni il Tar ha rilevato che "la motivazione appare priva della richiesta integrazione istruttoria e non sufficientemente chiara in ordine al dirimente profilo degli ‘accertati concreti pericoli di induzione di dipendenza fisica o psichica'". Pertanto sono stati ritenuto sussistenti "i presupposti per la sospensione del provvedimento gravato, con fissazione a breve del merito in ragione della rilevanza della questione alla prima udienza pubblica disponibile da calendario della sezione".
Ok a vendita prodotti al Cbd: cosa succede adesso
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Terza Quater) all'inizio di ottobre aveva accolto la richiesta di sospensione cautelare presentata dall'Ici (Imprenditori Canapa Italia) del decreto ministeriale del 7 agosto scorso, che imponeva lo stop all'uso orale di prodotti a base di Cbd.
Come conseguenza di quella decisione quindi il provvedimento del ministro Schillaci, in vigore dallo scorso 22 settembre, che aveva categorizzato i prodotti orali al Cbd come sostanze stupefacenti, era stato sospeso. Il decreto in questione, pubblicato lo scorso 21 agosto in Gazzetta Ufficiale, aveva inserito il Cbd nelle tabelle delle sostanze stupefacenti, per cui il cannabidiolo poteva essere venduto solo come farmaco: il blocco riguardava la vendita senza ricetta di oli e altri prodotti a base di cannabidiolo da ingerire. Eppure, nonostante la decisione del Tar di inizio ottobre, non sono mancati i sequestri da parte della Guardia di Finanza.
Come aveva spiegato a Fanpage.it Mattia Cusani, Segretario Generale Associazione Canapa Sativa Italia, le opzioni in campo era due: "O verrà interpretato che quel provvedimento non si applica a tutti i derivati che rientrano nell'autorizzazione alla coltivazione prevista dalla legge 242, limitando di fatto la portata applicativa del decreto all'ambito farmaceutico; oppure, ed è molto più probabile, visto che un giudice molto difficilmente nella fase cautelare, entra nel merito, verrà confermata la sospensiva, in attesa dell'esito del giudizio". Ed è quello che sta succedendo: rimane infatti la sospensione del decreto di Schillaci, fino a quando non si completerà il processo amministrativo.