Cannabis, Fontana blocca la proposta M5s: “Non è nel contratto, solo una provocazione”
La presentazione del disegno di legge per consentire la coltivazione domestica di cannabis rischia di diventare un nuovo caso all’interno della maggioranza di governo. La proposta è stata avanzata da Matteo Mantero, senatore del M5s, ma non piace alla Lega. Come testimoniano le parole di Lorenzo Fontana, ministro per la Famiglia e le Disabilità, che taglia corto: “Le proposte sulla legalizzazione dell’uso della cannabis non sono concordate”. Semplicemente, secondo Fontana, questa legge non passerà in Parlamento perché si tratta di un tema “che non è nel contratto di governo e non è nell’agenda della Lega”. Secondo il ministro, quindi, questo disegno di legge è soprattutto una provocazione: “Ci sorprende che vengano presentati disegni di legge che sembrano più provocazioni che altro”.
L'associazione Coscioni si schiera con Mantero
Chi la pensa in maniera completamente opposta è l’associazione Luca Coscioni che apprezza la proposta di Mantero e si appella a deputati e senatori per ricostituire l’interguppo parlamentare, con l’obiettivo di riprendere “l’iter della legalizzazione, aggiungendo ai testi depositati in questi mesi anche la proposta di legge di iniziativa popolare presentata alla Camera dei deputati da Associazione Luca Coscioni e Radicali Italiani nel 2016 e voluta da 68mila italiani che la firmarono”, come spiega Marco Perduca che ha coordinato la campagna Legalizziamo.it.
Quel testo, ricorda Perduca, “va anche oltre le ottime proposte oggi ripresentate dal senatore Mantero, che rafforza l'accesso terapeutico alla cannabis e liberalizza la coltivazione domestica per fini di consumo personale o sociale; ne prevede inoltre la regolamentazione della produzione, consumo e commercio anche per fini non medico-scientifici. E depenalizza totalmente l'uso e la detenzione di tutte le sostanze proibite”.
Secondo l’associazione, questa proposta potrebbe creare “un meccanismo virtuoso che automaticamente vuoterebbe le carceri di coloro che attualmente sono detenuti per violazione del Testo Unico sulle droghe del 1990 e che contribuiscono a far dell'Italia un sorvegliato speciale del Consiglio d'Europa per via dei trattamenti inumani e degradanti inflitti ai detenuti nel nostro paese”. Quel testo fu unito agli altri “che prevedevano la legalizzazione della cannabis nella XVII Legislatura, il cui iter venne bloccato a seguito di uno stralcio che portò avanti solo la parte terapeutica. Il testo fu adottato dalla Camera ma non arrivò in Senato. La legge prevede che una proposta normativa d'iniziativa popolare sia valida per due legislature quindi anche la nostra va aggiunta ai testi depositati in questi mesi. Al momento le commissioni Giustizia e Affari Sociali della Camera non hanno deciso di iscrivere all'ordine del giorno la proposta o le altre che son state presentate dall'inizio della XVIII Legislatura”. Ora verrà anche lanciata una petizione rivolta ai parlamentari affinché “presentino altri testi di legge e si attivino per far sì che si rispetti la volontà di decine di migliaia di persone che hanno chiesto al Parlamento di regolamentare quanto oggi è proibito e genera povertà e criminalità”.