Nel pomeriggio di oggi la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati comincerà l'esame della proposta di legge d'iniziativa dei deputati Farina, Migliore, Airaudo ed altri avente come oggetto "Modifiche al testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, in materia di coltivazione e cessione della cannabis indica e dei suoi derivati". Si tratta ovviamente delle modifiche alla cosiddetta legge Fini – Giovanardi, in particolare per quel che riguarda gli articoli 73 e 75 che, secondo i firmatari, hanno dimostrato "evidenti limiti di efficacia e palesi irrazionalità", soprattutto per l'aver equiparato il trattamento sanzionatorio per "le ipotesi illecite penalmente rilevanti, a prescindere dalla tipologia di stupefacente".
Una scelta che sembra rispondere soltanto a principi repressivi, falliti sia dal punto di vista concettuale che da quello meramente fattuale. Infatti, accanto alla constatazione "diffusa a livello mondiale che le politiche di « War on drugs » siano fallite", basta un rapido sguardo ai riscontri operativi dall'entrata in vigore della Fini – Giovanardi:
Dalle relazioni annuali della Direzione centrale per i servizi antidroga del Ministero dell’interno si evince che in Italia, dal 2002 al 2011, vi è stato un aumento del numero di operazioni antidroga, certamente più evidente dal 2005 in poi […] la proporzione di operazioni relative alla cocaina, invece, è rimasta sostanzialmente stabile a fronte di un aumento di quelle relative a marijuana e piante di cannabis […] Nella quasi totalità dei casi, le denunce hanno riguardato i reati previsti dall’articolo 73 (produzione, traffico e vendita di stupefacenti) e dall’articolo 74 del testo unico (associazione finalizzata alla produzione, traffico e vendita di stupefacenti). […] Diminuiscono in modo rilevante gli accessi ai programmi terapeutici e socioriabilitativi (possibilità negata, almeno in prima istanza, dalla legge n. 49 del 2006). Dal 2002 al 2006 il numero di detenuti nelle strutture penitenziarie è aumentato, per poi decrescere nel 2007, a causa del provvedimento di indulto, ma con una successiva nuova inversione di tendenza".
Insomma, una legge da rivedere completamente. Nell'attesa però, i firmatari si propongono di intervenire in maniera rapida per cancellare l'omologazione delle sostanze stupefacenti e per impostare la non punibilità della coltivazione della cannabis per uso personale (e per la cessione a terzi di piccoli quantitativi destinati al consumo immediato, tranne nel caso in cui il destinatario sia un minore). Inoltre si interviene anche sulle pene e sulle sanzioni amministrative, in modo da cancellare una equiparazione della cannabis alle altre sostanze e di stabilire pene più leggere per i reati di lieve entità.
Ecco il testo della proposta: