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Camusso: “Sì al prelievo sulle pensioni d’oro. Ma non sugli assegni da 2500 euro”

Il leader della Cgil spiega: “Non si possono considerare “d’oro” le pensioni da 2500 – 3000 euro al mese”.
A cura di Redazione
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L'intervista di Susanna Camusso a Radio Anch'io arriva poche ore dopo il "nuovo contratto con gli italiani di Matteo Renzi" e serve a far capire in che modo all'interno del sindacato sia stata recepita la sfida del Presidente del Consiglio. Ma soprattutto, nella considerazione della decisione di "non mettere soldi nelle tasche dei pensionati", la Camusso ha spiegato quale sarà la posizione della Cgil di fronte alla possibilità di un nuovo intervento sulle pensioni. "Abbiamo sempre detto che le pensioni d'oro potevano essere un bacino possibile di richiesta di contributo e continuiamo a sostenerlo", spiega la Camusso per poi precisare: "Però è fondamentale dove si pone l'asticella e metterla su pensioni da 2.500 o 3000 euro è troppo bassa".

Il punto è sulla necessità di restituire potere d'acquisto agli italiani e far ripartire l'economia, dunque: "Per favorire la ripresa della domanda in questo Paese dovrebbe fare un passo in più, ovvero guardare ai tanti pensionati poveri che hanno pensioni basse. Anche a loro è dovuta una restituzione fiscale". Insomma, pur con una sostanziale apertura di credito, appare evidente come la Cgil non abbia intenzione di restare a guardare nel caso di un "vero" attacco alle pensioni, come del resto anticipato dallo Spi: "Tra le misure annunciate ieri dal governo per loro non c'è niente ed è ormai del tutto evidente che sono considerati a tutti gli effetti dei cittadini di serie B, non meritevoli di alcuna attenzione".

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