Campagna vaccinale, dosi Pfizer e Moderna sono sufficienti per fare i richiami di AstraZeneca
Lo stop delle somministrazioni di AstraZeneca alle persone con meno di 60 anni rischia di complicare la campagna vaccinale. Sono circa 900mila le persone che hanno ricevuto la prima dose di AstraZeneca e che ora dovranno invece avere un richiamo con un vaccino a mRna, quindi Pfizer o Moderna. Serviranno, quindi, più dosi di questi due preparati per non frenare nella campagna vaccinale. Il problema, in realtà, potrebbe essere meno insormontabile di quanto non possa sembrare, considerando che nelle ultime settimane Pfizer ha aumentato le consegne: il rischio maggiore, al momento, sembra quello di non poter accelerare sulla campagna vaccinale, ma senza dover realmente frenare. Proviamo a fare un paio di conti sulla base delle consegne previste.
Le dosi previste e quelle consegnate dall’inizio della campagna vaccinale
Il piano vaccini del governo è aggiornato al 23 aprile e prevede il numero di consegne previste per ogni singolo vaccino. Da AstraZeneca si attendevano 4,11 milioni di dosi nel primo trimestre e 10,04 nel secondo, per un totale di 14,15 milioni. Da Pfizer 8,74 tra dicembre 2020 e primo trimestre 2021, più 32,71 milioni nel secondo trimestre e un totale di 41,46 milioni. Johnson & Johnson prevede la consegna di 7,30 milioni di dosi, tutte nel secondo trimestre. Infine per Moderna la previsione era di 1,33 milioni di dosi nel primo trimestre e 4,65 nel secondo per un totale di 5,98 milioni. A queste vengono aggiunte le 7,31 milioni di dosi di Curevac, vaccino che però non è ancora stato approvato dall’Ema. Il totale è di 76,28 milioni di dosi entro il secondo trimestre, a cui sottrarre quelle di Curevac: si arriva così intorno ai 69 milioni.
Le dosi finora consegnate e quelle mancanti
Finora AstraZeneca ha consegnato 9,17 milioni di dosi, il 64,8% del totale previsto tra primo e secondo trimestre. Pfizer, invece, ha inviato 30,65 milioni di dosi, il 73,92% di quanto previsto. Moderna 4,17 milioni, il 69,86%. Infine Johnson & Johnson solamente 1,74 milioni, il 23,84% di quelle previste da contratto entro il secondo trimestre. Le dosi mancanti di ogni singolo vaccino per completare gli obiettivi del trimestre sono quindi: 4,98 milioni di AstraZeneca, 10,81 milioni di Pfizer, 5,56 milioni di Johnson & Johnson, 1,80 milioni di Moderna. I numeri su cui bisogna concentrarsi maggiormente, con lo stop di AstraZeneca, sono quelli di Pfizer e Moderna.
Quante dosi di vaccino sono arrivate nelle ultime settimane
Dal primo al 14 giugno Pfizer ha consegnato 6,33 milioni di dosi, Moderna 433mila. Negli ultimi 15 giorni di maggio per Pfizer le dosi erano state 4,33 milioni, due milioni in meno. Moderna, invece, ne aveva consegnate di più: 1,15 milioni. Se andiamo invece a vedere i dati delle ultime due settimane, scopriamo che dal 7 al 13 giugno Moderna ha consegnato poco meno di 70mila dosi, mentre Pfizer 2,90 milioni. Dal 31 maggio al 6 giugno, invece, da Moderna sono arrivate 365mila dosi, da Pfizer 3,42 milioni.
Le previsioni per le consegne fino a fine giugno
A questo punto è possibile fare delle previsioni sulle prossime tre settimane, quelle mancanti alla fine del trimestre: dal 14 al 20 giugno, dal 21 al 27 giugno e dal 28 giugno al 4 luglio, quando dovrebbero arrivare le ultime dosi del secondo trimestre. Se Pfizer continuasse sul ritmo delle ultime settimane arriverebbero, con stime prudenziali, 2,9 milioni di dosi a settimana, ovvero 8,7 milioni: vorrebbe dire che per Pfizer mancherebbero solo 2 milioni di dosi sul totale di quelle previste (oltre 41 milioni). Per Moderna, invece, al ritmo di 300mila dosi a settimana saremmo a 900mila, ma solitamente per questo vaccino arriva un’accelerazione sulle consegne a fine mese. Saremmo, comunque, non più di un milione sotto alle previsioni.
Gli arrivi di Pfizer e Moderna per le seconde dosi
C’è poi un’altra previsione, che appare però cauta, fatta dal commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo: le consegne previste per i vaccini a mRNA sarebbero 7,2 milioni, di cui 5,8 di Pfizer (quindi con un rallentamento) e 1,4 di Moderna (quindi con un’accelerazione). Ricordiamo che i richiami di AstraZeneca da fare con altri vaccini sono circa 900mila. Proviamo quindi a fare un calcolo sulle somministrazioni al ritmo attuale: ad oggi l’Italia viaggia leggermente sotto le 4,2 milioni di somministrazioni a settimana (con il miglior dato registrato finora). Attualmente in Italia ci sono in frigo 1,47 milioni di Pfizer e 285mila di Moderna. Sommate a quelle previste da Figliuolo saremmo a 8,95 milioni di dosi da qui a fine giugno, ovvero una copertura sufficiente per più di due settimane senza neanche considerare i vaccini di AstraZeneca e Johnson & Johnson che, comunque, continueranno a essere inoculati agli over 60.
Se invece calcolassimo le somministrazioni al ritmo attuale delle consegne (però, effettivamente, non confermate) i conti cambierebbero. Tra dosi in frigo e consegne possibili arriveremmo a poco meno di 12 milioni di vaccini, sufficienti – allo stesso ritmo attuale – per tre settimane, considerando sempre l’utilizzo, anche in minima parte, dei vaccini a vettore virale. Considerando che le seconde dosi da fare con Pfizer e Moderna sono 900mila e che una buona parte servirà solamente da luglio in poi il problema non sembra poi così insormontabile. C’è, effettivamente, un rischio di rallentamento, ma alla situazione attuale l’ipotesi più probabile è semplicemente quella che la campagna vaccinale non possa accelerare nelle prossime settimane, ma senza alcun ritardo.