Camera, gli onorevoli affollano le commissioni: l’assenteismo costa 500 euro
Dal 6 febbraio scorso un onorevole su 4 vanta il 100% di partecipazione ai lavori delle commissioni. Agricoltura, esteri, cultura non fa alcuna differenza. E i registri che certificano la presenza dei parlamentari ai lavori delle commissioni traboccano di firme. Ma cos'è successo?
Il terrore di perdere 500 euro- Come ricorda Repubblica.it, da circa un mese e mezzo, dopo una sperimentazione partita ad ottobre, è entrata a pieno regime una disposizione che prevede la decurtazione della diaria dei nostri onorevoli non solo in proporzione alle assenze in Aula, ma anche a quelle in commissioni e giunte. Si parla di cifre non esorbitanti, intendiamoci: 300 euro per assenze comprese tra il 50% e l'80% e 500 euro per percentuali che vanno oltre l'80% . Ma i nostri politici, si sa, non amano le rinunce. E allora è partita la corsa alla firma, con il conseguente aumento dei presenti alle sedute di commissioni e giunte. "Siamo di più, è vero. Lavoriamo sempre tanto. Ma diciamo che le sedute sono più partecipate"- ha constatato Silvano Moffa, Presidente della commissione lavoro. Al Senato, il sistema è entrato in vigore qualche giorno fa (il 12 marzo): gli uffici di Palazzo Madama spiegano che per elaborare i primi dati ci vorrà un mesetto, ma, già questa settimana, le firme sui registri presenze sono sembrate più del solito.
Firma e scappa- Firmare il registro presenze, però, non vuol dire obbligatoriamente essere presenti ai lavori. Sotto questo punto di vista, il sistema dimostra di avere ancora delle falle: per certificare la presenza di un parlamentare, infatti, basta solo la sua firma. E se dopo aver firmato il parlamentare va via? I furbetti sembrano esserci e come. Antonio Borghesi (Idv) denuncia il comportamento dell'ex Ministro Brunetta: "Vogliamo parlare dell'ex ministro Renato Brunetta, che da noi in commissione Bilancio firma e spesso dopo cinque minuti va via? ". Brunetta, che proprio della lotta all'assenteismo aveva fatto la sua bandiera, ha risposto così a un giornalista di Repubblica: "Guardi, io lavoro dalla mattina alla sera. Non mi occupo di queste bassezze". Un'accusa, quella di firmare e scappare, che Andrea Sarubbi, via Twitter, mosse alla Carfagna lo scorso 6 dicembre, quando il sistema era ancora in fase di sperimentazione. Non mancano, infine, gli assenteisti incalliti, quelli che cioè non vanno neanche a firmare. Si tratta di 29 deputati che in 30 giorni risultano aver partecipato a meno del 10% delle sedute.