Doveva essere ieri il giorno della ripresa dei lavori da parte della Camera dei Deputati, almeno secondo le intenzioni della Presidenza. Invece, come riportato da vari blog di settore, nonostante una generosa vacanza di ben 19 giorni, per non parlare del precedente stop di un mese in relazione alla discussione della mozione di sfiducia al Governo, alla ripresa si sono presentati in Aula soltanto 8 deputati.
Una situazione estremamente imbarazzante, che ha assunto contorni paradossali quando il vice – ministro Scotti ha relazionato circa il Ddl su “Ratifica accordo Italia-Canada in tema di imposte” alla presenza del Vice – Presidente Rocco Buttiglione e di altri 8 (sembra davvero incredibile) colleghi. Ora, pur mettendo da parte il qualunuismo ed il moralismo gratuito, si tratta di una vicenda che resta del tutto intollerabile. Certamente il clima di incertezza e di "provvisorietà" che si respira da qualche settimana a Montecitorio, con l'attenzione rivolta soprattutto alla decisione della Corte Costituzionale sul legittimo impedimento, avrà giocato un ruolo fondamentale, tuttavia non si può non sottolineare un episodio davvero increscioso.
Sarebbe il caso di domandarsi cosa sarebbe successo se in una qualunque azienda, in una scuola, fabbrica o ufficio, al rientro dopo 20 giorni di vacanza non si fosse presentato il 98% del personale. Un discorso che dovrebbe valere a maggior ragione per Deputati e Senatori, anche perchè la rappresentanza parlamentare dei cittadini merita un rispetto assoluto ed una completa dedizione, allo stesso modo in cui all'onore (e dai benefici connessi) della carica occupata corrisponde l'onere (ed il dovere) di un lavoro produttivo e responsabile.