Calenda: “L’unico modo per avere a che fare con il M5S è cancellarlo”. Meloni ride e applaude

Durante il congresso di Azione a Roma, Carlo Calenda ha lanciato un duro attacco al Movimento 5 Stelle, sostenendo che l’unico modo per interagire con loro sia “cancellarli”, suscitando applausi dalla platea. Il leader di Azione ha anche criticato Matteo Salvini, paragonandolo a Giuseppe Conte e definendolo un “Conte di destra”.
A cura di Redazione
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Di Marco Billeci e Francesca Moriero

Durante il congresso di Azione a Roma, Carlo Calenda ha preso di mira il Movimento 5 Stelle con parole dure, accendendo lo scontro politico. Davanti alla platea riunita a Roma, il leader di Azione ha motivato la scelta di non aderire al cosiddetto "campo largo", ovvero l'alleanza tra il Partito Democratico e il M5S, affermando che il problema con il movimento guidato da Giuseppe Conte sarebbe strutturale e insanabile: "L'unico modo per avere a che fare con il Movimento 5 Stelle è cancellarlo", ha dichiarato, raccogliendo il consenso della sala. Calenda ha poi rincarato la dose, criticando la posizione del M5S sulla politica estera e sulla difesa, sostenendo che chi crede nella pace senza forza o è ignorante in materia storica o è un opportunista in cerca di voti: ""Chiunque sostenga che esiste la pace senza la forza o è un ignorante che non conosce la storia o è un pusillanime che vuole lucrare sul voto delle persone. Se chi lo dice ha buttato miliardi sui bonus edilizi è un mentitore seriale". L'allusione è chiaramente rivolta a Giuseppe Conte, che negli ultimi mesi ha difeso una linea pacifista e si è opposto all'aumento delle spese militari, attirando critiche da parte dei sostenitori del riarmo europeo. Le parole di Calenda hanno trovato il plauso di diversi esponenti del centrodestra presenti all'evento, tra cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il ministro della Difesa Guido Crosetto, che si è addirittura alzato in piedi per applaudire.

Il paragone tra Salvini e Conte: "Un Conte di destra"

Nel corso del congresso, Calenda non ha risparmiato critiche nemmeno a Matteo Salvini: rispondendo alle domande dei giornalisti, il leader di Azione ha paragonato il segretario della Lega a Giuseppe Conte, definendolo "un Conte di destra". Secondo Calenda, entrambi utilizzerebbero una "retorica populista e avrebbero una visione politica basata su slogan e scelte opportunistiche". L'attacco arriva dopo le dichiarazioni di Salvini contro Ursula von der Leyen, accusata di fare gli interessi della Germania; per Calenda, queste uscite dimostrano come il leader della Lega utilizzi lo stesso schema comunicativo di Conte: un messaggio semplice, diretto e basato sulla contrapposizione tra "noi" e "loro". "Sono uguali, è l'equivalente, sono fatti l'uno per l'altro", ha aggiunto, rafforzando ancora una volta il suo concetto.

L'invito a Meloni e il dibattito sulla democrazia

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Un altro punto centrale del congresso è stata la presenza della premier Giorgia Meloni, invito che ha suscitato non poche polemiche. Calenda ha voluto chiarire la sua scelta, sottolineando che il confronto con gli avversari politici è parte integrante della democrazia e che rifiutarsi di dialogare con chi governa significherebbe negare il principio stesso del dibattito politico: "Qual è l'apertura a destra? Ma come funziona questa democrazia? Funziona che non si parla con un avversario perché è un nemico? Perché se funziona così, l'abbiamo già persa la democrazia", ha affermato il leader di Azione, ribadendo la volontà di portare avanti un'opposizione "intransigente ma di merito", senza cadere in attacchi personali fini a sé stessi. Nel suo intervento, ha poi riconosciuto la difficoltà di alcune scelte prese dal governo, come il sostegno militare all’Ucraina, considerandole impopolari ma necessarie: "Difendere Kiev stando al governo non è facile, e io voglio riconoscerlo", ha dichiarato.

La replica del M5S: "Calenda vuole cancellare chi la pensa diversamente"

Le parole di Calenda non sono certo passate inosservate al Movimento 5 Stelle, che ha risposto con toni duri. Il deputato Agostino Santillo ha ironizzato sulle dichiarazioni del leader di Azione, domandandosi se "accenda il cervello a giorni alterni" o se "frequenti Lollobrigida e beva troppa acqua".

Giuseppe Conte, invece, ha affidato la sua replica ai social: con un post su Facebook ha accusato Calenda e il centrodestra di attaccare il M5S perché scomodo. Secondo Conte, gli attacchi ricevuti da Meloni, Crosetto e Calenda sarebbero la dimostrazione di quanto il suo movimento dia fastidio ai partiti tradizionali: "Non sopportano un M5S che cresce nonostante il fango a reti e giornali unificati", ha scritto, ribadendo la sua opposizione al riarmo e annunciando una manifestazione contro l'aumento delle spese militari il 5 aprile.

Il leader del M5S ha poi criticato le posizioni di Meloni e Crosetto, accusandoli di favorire le lobby delle armi e ricordando di aver portato oltre 200 miliardi in Italia con il PNRR, a differenza dell'attuale governo, che invece "punta ad aumentare la spesa per la difesa". Quanto a Calenda, Conte ha definito le sue parole un esempio di "cultura politica inquietante", immaginando uno scenario in cui un governo guidato dal leader di Azione tenterebbe di "cancellare" non solo il M5S ma anche i cittadini che la pensano diversamente.

L'attacco reciproco tra Calenda e il M5S confermerebbe, ancora una volta, le profonde divisioni nel panorama politico italiano, con un centro che fatica a trovare spazio tra la destra al governo e un'opposizione frammentata.

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