Calenda fa finta di non sapere chi è Di Maio e lancia il suo programma: “Tasse dimezzate a under 30”
L'affollamento al Centro in vista delle elezioni del 25 settembre continua a far discutere analisti e protagonisti della politica, ma intanto il leader di Azione, Carlo Calenda, presenta insieme a +Europa – con cui si è federato mesi fa – il suo patto repubblicano. Un programma di cui discutere – fondamentalmente con il Pd, sembra – sintetizzato in una quindicina di pagine: "Di grandi alleanze ne abbiamo viste tantissime, ma hanno portato alla rovina del Paese – spiega Calenda – Noi cerchiamo alleanze sui contenuti che presentiamo oggi, che sono molto precisi. Un patto repubblicano aperto a cittadini e politici". L'eurodeputato risponde rapidamente anche alle domande dei giornalisti, che gli chiedono proprio degli altri volti che gravitano in quell'area politica. Allora i fuoriusciti da Forza Italia "decideranno loro cosa fare", Enrico Letta è "una persona seria" e "Di Maio chi?". Sull'ex pentastellato Calenda non risponde: "Non so di chi lei sta parlando, non lo conosco". E poi annuncia: "Per noi chi non ha sufficienti esperienze nel pubblico o nel privato non potrà fare il ministro, perché abbiamo visto degli incompetenti fare disastri".
Il documento, dicevamo, è un vero e proprio programma politico. Dopo una breve introduzione – in cui si prende atto che "siamo al punto più basso mai toccato dalla reputazione italiana" – si va per temi: il posizionamento internazionale dell'Italia deve rispettare i cardini dell'europeismo e dell'atlantismo; le politiche di bilancio devono esser fatte tenendo conto del debito, con il reddito di cittadinanza che va rivisto inserendo le agenzie private con un ruolo centrale e il Superbonus al 110% che va sostituito con altre misure. Perni centrali sono l'istruzione e la sanità. E poi ancora: l'indipendenza energetica dalla Russia passa dai rigassificatori, ma anche dallo sblocco dei progetti sull'eolico.
Il capitolo fisco è particolarmente interessante: Azione e +Europa propongono di azzerare le tasse sul lavoro per i giovani fino ai 25 anni, riducendole del 50% nella fascia 26-30 anni. "L’emigrazione di giovani è, tra le altre cose, un concreto rischio alla sostenibilità del welfare", si legge nel programma. E anche sul lavoro i salari bassi sono centrali: viene proposta una commissione indipendente per stabilire l'importo del salario minimo, più l'eliminazione dei tirocini gratuiti.
Nel programma si parla anche di diritti civili e di Ius scholae, poi di politica industriale e liberalizzazioni (a partire da taxi e concessioni demaniali). E ancora: la riforma della giustizia, l'importanza di istruzione e ricerca con il prolungamento della scuola dell'obbligo a 18 anni, la sanità, le politiche per il Mezzogiorno e l'attuazione del Pnrr. E si conclude ancora con la famosa competenza: no a ministri inesperti, che hanno "messo a rischio l'interesse nazionale e la stabilità della Repubblica".