Calenda dice che Di Maio in un Paese serio verrebbe preso a pernacchie
Carlo Calenda non ne vuole sapere di Luigi Di Maio e della sua svolta centrista, ammesso che sarà quella la direzione scelta dal ministro degli Esteri per il suo partito. A poche ore dal terremoto interno al Movimento 5 Stelle e dalla costituzione del gruppo parlamentare ‘Insieme per il futuro' – che presto dovrebbe farsi partito – si discute della collocazione di Di Maio e dei suoi fedelissimi, che dovrebbero andare ad affollare ulteriormente il famoso terzo polo di centro. In quell'area ci sono già Azione e +Europa, Italia Viva, Coraggio Italia, i sindaci come Beppe Sala, Centro Democratico e altri ancora. Alcuni di questi, però, di Di Maio non vogliono proprio parlare.
"Io penso che una persona che ha avvelenato il dibattito politico, che ha chiesto l'uscita dall'Euro, che voleva mettere in galera tutti, che ha distrutto l'Ilva, che ha annientato il gasdotto con Israele, sentirlo fare i discorsi che gli ho sentito fare l'altra sera, in un Paese serio verrebbe preso a pernacchie – attacca Calenda, ospite di Omnibus su La7 – Io non dò nessun credito a nessuna cosa dica Di Maio". Invece Renzi "è un'altra persona rispetto a Di Maio, è stato un ottimo presidente del Consiglio ma oggi ha un posizionamento lontano da noi perché alle elezioni, quando noi di Azione siamo andati con il terzo polo con un candidato diverso dalla destra e dalla sinistra, Renzi si è alleato o con Cuffaro in Sicilia o con i 5 Stelle a Perugia". E attacca ancora: "Credo quindi che Renzi voglia fare un'altra strada. Spero non con Di Maio, perché se così fosse sarebbe una pugnalata al cuore".
Perciò, per Calenda, non ci sarà alcun dialogo con Di Maio: "Sono persone che prendono posizioni a seconda di quello che gli conviene, non mostrando alcuna coerenza né, aggiungo, rispetto verso i propri elettori – attacca ancora il leader di Azione – non dobbiamo dare spazio a questo modo di fare politica". E annuncia: "Costruiremo un'area liberalprogressista che andrà indipendente dai due poli, i cittadini potranno scegliere se rivotare le stesse coalizioni solo più contraddittorie, più fratturali, più divise, incapaci di governare, o provare invece a votare questa nuova area che si proporrà di continuare con Mario Draghi per i prossimi cinque anni".