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Referendum costituzionale 20 e 21 settembre 2020

Referendum, Calenda: “La vera casta è rappresentata da Di Maio, votiamo no a questa pagliacciata”

Il leader di Azione, Carlo Calenda, spiega a Fanpage.it le ragioni per cui il suo partito voterà contro il referendum costituzionale sul taglio del numero dei parlamentari. E attacca duramente il Movimento Cinque Stelle: “Persone che non solo si sono dimostrate totalmente incapaci di governare, ma che si sono dimostrati molto peggio di qualunque casta. Questo è il populismo che va fermato con il No al Referendum”.
A cura di Redazione
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di Carlo Calenda. 

Azione voterà convintamente No al referendum sul taglio dei parlamentari

Perché lo faremo:

Oggi il Parlamento italiano ha sostanzialmente due problemi. Il primo è il bicameralismo perfetto paritario come si dice cioè il fatto che Camera e Senato fanno esattamente lo stesso lavoro, anzi il Senato duplica il lavoro della Camera. E dunque i processi legislativi sono complicati, farraginosi,  lunghi, e spesso le maggioranze sono addirittura diverse o comunque non hanno gli stessi numeri nella Camera e nel Senato: ciò rende i Governi instabili e complicato governare e legiferare.

Il secondo elemento è che i cittadini non scelgono i propri parlamentari. I parlamentari sono scelti dalle segreterie di partito, che spesso hanno una qualità molto molto scadente. Ecco il referendum non risolve nessuno di questi due problemi.

Perché non li risolve? Perché in primo luogo quello che succederà è che un Senato molto più piccolo della Camera con 200 membri, che deve fare lo stesso lavoro della Camera, porterà, per esempio per quanto riguarda il lavoro delle Commissioni, ad un allungamento dei tempi. Probabilmente le Commissioni andranno fuse dovranno fare molte più materie una singola Commissione: e questo renderà il lavoro ancora più farraginoso.

In secondo luogo quando si riduce il numero dei parlamentari inevitabilmente la qualità dei parlamentari stessi peggiorerà. Perché? Per come sono fatte oggi le liste, segretari di partito mettono dentro i loro fedelissimi a seconda delle correnti, l'ho visto succedere nelle elezioni politiche e lo avete visto anche voi. Accade che poi normalmente aggiungono dei profili diversi, dei profili della società civile, persone che in qualche modo riescono a dare lustro alle liste elettorali. Ecco questi li aggiungono per ultimi. Ora la domanda che vi faccio è: ma quando saranno tagliati i parlamentari e saranno di meno, secondo voi i segretari di partito chi taglieranno? I fedelissimi o quei pochi parlamentari di qualità che rappresentano la società civile  e che vengono da fuori? La risposta credo sia abbastanza semplice.

Aggiungo anche un elemento: avremo un Parlamento che è più distante dai cittadini, perché un parlamentare rappresenterà 151mila cittadini italiani e questo farà si che ancora di più di oggi, sarà il numero più ampio che ci sarà in Europa. Quindi la distanza sarà la distanza maggiore che in Europa e questo farà si che il parlamentare sarà sempre meno conosciuto dal cittadino che lo può votare.

Cosa si dovrebbe fare? Si dovrebbe finire con il bicameralismo perfetto. Il referendum del 2016 sarebbe stato un grande passo avanti e per questo l'ho sostenuto fortemente. Si potrebbe pensare di arrivare ad un monocameralismo secco di avere una sola Camera, in quel caso avremo un miglioramento dell'efficienza.

E cosa si potrebbe fare dal punto di vista della legge elettorale ? Si potrebbero per esempio inserire le preferenze. Io sono stato eletto con le preferenze. Le preferenze impegnano il parlamentare a stare sul territorio. Sono la risoluzione di tutti i mali? No, sappiamo che le preferenze spesso al sud Italia hanno dato luogo a fenomeni di degenerazione, però non si può evitare il punto di responsabilizzare l'elettorato sulla scelta di chi lo rappresenterà.

Guardate questo alla fine è il tema vero. Cioè il tema vero è che noi eleggiamo parlamentari, o votiamo partiti che candidano parlamentari, spesso di pessima qualità e allo stesso tempo quello che facciamo è che poi questi parlamentari li odiamo, perché ci sembrano e spesso sono inefficienti e incapaci. E quindi di li vogliamo punire e pensiamo di punirli in questo modo, ma in realtà puniamo solamente le Istituzioni.

Tutto questo Referendum è una pagliacciata, ed è una pagliacciata portata avanti da un Movimento, che è il Movimento 5 Stelle che ha appena fatto una cosa inaudita. Cioè dopo aver fondato tutto il suo racconto sul limite dei due mandati (che diceva sostanzialmente "Noi siamo in politica per poco. Non diventiamo professionisti della politica, torneremo al nostro lavoro normale"), tutto questo se lo sono rimangiato. E oggi hanno bisogno di questo Referendum che scasserà le Istituzioni italiane per rifarsi in qualche modo il belletto, per ridire agli elettori: "Guardate noi siamo quelli contro la casta".

Ma la realtà è che la casta vera è avere persone in Parlamento come Luigi Di Maio, che non hanno mai fatto niente in vita loro e che per una serie di ragioni di accidenti della Storia non sono solo arrivati lì, ma riescono anche a condizionare la politica italiana. E riescono perché, come in tutto quello che sta accadendo, i partiti che dovevano essere riformisti, in questo caso il Partito Democratico e Italia Viva gli vanno dietro.

E gli vanno dietro con giravolte incredibili, votano tre volte No al taglio dei parlamentari facendo interventi durissimi in aula contro i 5 Stelle e poi votano Sì. Poi quando dicono ai loro elettori cosa fare entrano in confusione, o danno libertà di voto, oppure non si pronunciano come il Partito Democratico. Ecco questo consente a Di Maio, Toninelli & Co. di dominare la politica italiana. Persone che non solo si sono dimostrate totalmente incapaci di governare, ma che si sono dimostrati molto peggio di qualunque casta, raccontando agli elettori appunto che loro hanno un impegno a termine per poi agganciarsi con dei rampini alla sedia.

Noi questo lo vogliamo fermare, questo è il populismo che va fermato con il No al Referendum, che ha dunque una valenza di merito, ma ha anche una fortissima valenza politica.

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