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Calenda al Pd: “Fate scelta riformista e abbandonate Cinque Stelle al loro destino”

“Io credo che al netto di Roma sia arrivato il momento per il Pd di fare una scelta riformista e abbandonare i Cinque Stelle al loro destino”: ad affermarlo è Carlo Calenda all’indomani della chiusura delle urne per le amministrative, commentando le preferenze ai partiti in tutta Italia. E sottolineando il divario tra quelle andate al Pd e quelle andate al M5s.
A cura di Annalisa Girardi
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Il giorno dopo la chiusura delle urne, Carlo Calenda torna a parlare del risultato delle amministrative. Lo fa su Twitter, pubblicando un sondaggio BiDiMedia che analizza il consenso degli elettori verso i partiti in questa tornata di Comunali: è chiarissimo il vantaggio del Partito democratico, che al 22,2% pone una netta distanza tra sé stesso e le altre forze politiche. In particolare dal Movimento Cinque Stelle, l'alleato che si ferma all'8,1%. "Io credo che al netto di Roma sia arrivato il momento per il Pd di fare una scelta riformista e abbandonare i Cinque Stelle al loro destino", scrive Calenda.

E ancora: "Vale anche per coloro che davvero si richiamo ai valori europei e che non vogliono morire sovranisti", aggiunge in un chiaro riferimento a Forza Italia che resta indietro solamente di due punti rispetto alla Lega.

A Roma il leader di Azione ha totalizzato il 19,8%, posizionandosi al terzo posto e seguito solo dalla sindaca uscente Virginia Raggi al 19%. Si andrà al ballottaggio tra il candidato del centrodestra, Enrico Michetti al 30,1%, e quello del Pd Roberto Gualtieri al 27%. L'ex ministro dell'Economia ha subito commentato affermando di aspettarsi il sostegno sia dagli elettori di Calenda che da quelli di Raggi al secondo turno.

Calenda si è limitato ad affermare: "Non faremo apparentamenti né alleanze.  La motivazione è che questa lista è stata votata da cittadini di sinistra, di destra e di centro, e non sarebbe corretto per i miei elettori. Con noi o con le destre? Non lo decide Letta. La presunzione del Pd che decidono loro chi sta dove è una posizione sbagliata. Deciderò nei prossimi giorni sulle indicazioni di voto, personale e senza contropartita". E ancora: "Il dato fondamentale è che esiste un'area di riformismo pragmatico che non si accontenta dell'offerta politica attuale, che a Roma ha avuto un'affermazione molto significativa. Non so se saremo al 18 e mezzo o al 20,5 ma è un dato che per una lista civica non ha precedenti nelle elezioni romane".

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