Caldo, sindacati chiedono provvedimenti: “Siamo già in ritardo, c’è gente che è morta sul lavoro”
"Anche oggi è già passato un'altra giornata e non vorremmo che succedesse, come già successo, che c'è gente che sta male o addirittura che è morta. Si sta già perdendo tempo": sono le parole del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, alla vigilia del tavolo al ministero del Lavoro in cui governo e sindacati discuteranno dei provvedimenti da prendere per far fronte all'ondata di caldo estremo che sta mettendo in difficoltà diversi comparti. Per Landini però l'incontro arriva in ritardo: "Ci auguriamo che domani vengano prese delle decisioni perché siamo già in ritardo. Ci vogliono provvedimenti urgenti, è già passata una settimana e abbiamo avuto infortuni e morti sul lavoro".
Il segretario della Cgil ha chiarito che nell'immediato, secondo lui, servono due provvedimenti: "Mettere a disposizione di tutti la cassa integrazione e fissare subito il livello di temperatura da cui deve scattare. Va fatto anche con decreto". E sulla proposta del presidente di Confindustria di attivare un protocollo per il lavoro come fatto durante la pandemia, ai microfoni di Sky Tg24 Landini ha commentato: "Non vorrei che la discussione sul protocollo allungasse i tempi. Non vorrei che il protocollo fosse generico e non in grado di affrontare i temi, che fosse un semplice richiamo: serve un provvedimento che metta a disposizione gli strumenti subito".
Il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri ha sottolineato che "c'è già una norma che prevede che a 35 gradi le aziende possano fare una richiesta di cassa integrazione", ma il problema "che hanno riscontrato i presidenti di Calabria e Puglia, è che quando si arriva quella temperatura non si sa chi blocca i lavori, quindi sarebbe importante dare un indirizzo omogeneo". Anche il leader della Cisl, Luigi Sbarra, chiede di "definire il protocollo d'intesa tra governo e parti sociali nella prospettiva di rafforzare quanto più possibile lo strumento della cassa integrazione, per alcuni settori in modo particolare: l'edilizia, l'agricoltura".
E aggiunge: "Bisogna cercare delle forme di sollecitazione al sistema delle imprese per i dispositivi di protezione individuale e per una organizzazione del lavoro che affronti questo tema delle ondate di calore. Significa far ruotare le persone, impegnare il lavoro agile dove è possibile ipotizzarlo e investire subito e maggiormente sulla sorveglianza sanitaria. Consegnare il vestiario e attrezzature anti calore. E dove è possibile spostare le prestazioni lavorative dalle fasce orarie dove si avverte maggiore caldo. Ho apprezzato le Regioni che hanno adottato ordinanze ad hoc bloccando l'attività lavorativa nella fascia oraria che va dalle 12 alle 16".