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Autonomia differenziata delle Regioni

Calderoli difende l’autonomia differenziata: “Risolverà la questione meridionale, critiche indecenti”

Roberto Calderoli, ministro degli Affari regionali, ha difeso la riforma dell’autonomia differenziata delle Regioni dalle critiche delle opposizioni: “Aumenterà diseguaglianze? Una cosa indecente, si mettono le Regioni sulla stessa linea. Risolverà la questione meridionale che ci portiamo dietro dal 1861”.
A cura di Luca Pons
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Con la riforma dell'autonomia differenziata, approvata martedì dal Senato e ora trasmessa alla Camera, tutte le Regioni partiranno "sulla stessa linea". È questa la promessa di Roberto Calderoli, ministro degli Affari regionali del governo Meloni, e storico promotore dell'autonomia, in un'intervista al Corriere della sera: "Non credo di esagerare: con questa legge supereremo la questione meridionale e la questione settentrionale che ci portiamo dietro dal 1861".

L'autonomia differenziata è finita al centro di un duro dibattito in Parlamento, e anche durante il question time a Giorgia Meloni è stato l'argomento su cui si sono concentrati gli attacchi di Elly Schlein. Secondo Calderoli, "il testo del governo è stato sottoposto a un’attività importante, sono stati quasi 90 gli emendamenti alla bozza. In buona parte, venuti dalle opposizioni. E dunque, io credo che il testo, con l’equilibrio che ha trovato al Senato, possa essere effettivamente una svolta: grazie al Parlamento per questo momento atteso da 22 anni".

Il riferimento è alla riforma del Titolo V della Costituzione, che riformò i poteri delle Regioni. Ora, una nuova riforma è stata approvata dal Senato e ha bisogno ‘solo' del voto della Camera, che comunque non dovrebbe arrivare a breve: "Se ci sono degli errori siamo pronti a correggerli. Ma il Senato ha lavorato per otto mesi in modo serrato, ha davvero approfondito il testo che ora credo sia davvero ponderato".

Molti esponenti delle opposizioni hanno criticato duramente l'autonomia dicendo che peggiorerà le differenze tra Nord e Sud Italia. Come "mettere nero su bianco che da oggi l'Italia avrà delle diseguaglianze autorizzate per legge", ha detto a Fanpage.it la senatrice del Movimento 5 stelle Dolores Bevilacqua. Per Calderoli, questa è "una cosa un po’ indecente. Il punto per me è sempre stato mettere sulla stessa linea di partenza tutte le Regioni".

Il percorso è ancora lungo, comunque. Dopo mesi, una commissione apposita ha definito i Lep, cioè i Livelli essenziali delle prestazioni, "l’elenco dei diritti civili e sociali di cui ha diritto un cittadino. Beninteso: in tutto il territorio nazionale". Calderoli si è scaldato: grazie a questa commissione, "oggi sappiamo quali siano questi diritti", ha detto. "Per questo mi viene una rabbia: ma per 22 anni la sinistra, che si era approvata a maggioranza il cambio della Costituzione, che cosa ha fatto?".

Anche una volta che si conoscono i Lep, bisogna ancora "stabilire i costi e i fabbisogni standard", cioè di quanti soldi avrà bisogno ciascuna Regione per garantire questi servizi minimi. Sarà una procedura tecnica piuttosto complicata: "Prima di finanziare un Lep, bisognerà vedere come sono stati spesi i soldi l’anno prima. Ma lo stabilire i Lep vale per tutte le Regioni, non soltanto per quelle che hanno chiesto l’autonomia". Insomma, nonostante i festeggiamenti della Lega, sembra che l'autonomia differenziata dovrà aspettare ancora parecchio tempo prima di entrare effettivamente in vigore.

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