C’è una mancata prenotazione tra la Lega ed il suo sogno di indipendenza
“Si sono dimenticati di prenotare, e da qui a Natale noi siamo pieni. Una telefonata questi signori potevano anche farla…”. Niente riapertura del Parlamento Padano domenica 4 dicembre prossimo. A stroncare le velleità di indipendenza di Bossi e dei Leghisti ci ha pensato direttamente Mario Maistrello, proprietario di quella Villa Bonin a Vicenza che i Lumbard' avevano indicato forse un po' frettolosamente come nuova casa del popolo del nord.
Una vicenda tutto sommato simpatica ma Maistrello non ha molta voglia di scherzare. “Col mio legale abbiamo diffidato direttamente il signor Bossi, che io conosco bene, non solo dal venire, ma dall'usare in modo inopportuno il nome di Villa Bonin. Vorrei vedere lui, se mi presentassi io con gli amici per una festa a via Bellerio, all'improvviso… mi dispiace, ma le nostre porte sono chiuse, in quei giorni abbiamo un battesimo ed una cena aziendale, altro che Parlamento”.
Nonostante minacci di passare alle vie legali, il signor Mario ricorda con simpatia i trascorsi con i Leghisti. E rivela particolari. "Gli fittavo una sola sala. Capirai che fitto: 10 riunioni per un anno, scaduto nel 2008! Venivano il venerdì coi loro bandieroni, facevano le loro robe il sabato e sgombravano la domenica, ché i locali mi servivano. Facevano tutto da soli però, bravissimi".
Derubricata la delusione pare gli uomini di Bossi si siano subito buttati alla ricerca di un nuovo Parlamento. Le cose si fanno serie. Il governo degli odiati banchieri – odiati da quei Padani tutti casa chiesa e aziendina – ha preso forte in mano il timone del comando. Tra sbarchi incontrollati di “barbari africani”, ipotesi di patrimoniale ai danni del nord per risanare i danni di Roma-Ladrona, la "guerra" è dichiarata e non c'è più tempo da perdere.