Buoni Qui! Ticket, cosa cambia per i lavoratori dal mese di agosto
Buone notizie per i dipendenti rimasti senza buoni pasto, dopo che la Consip, la centrale acquisti della Pubblica Amministrazione, ha rescisso i contratti con la società Qui! Group. Nei supermercati, nei ristoranti e nei bar, da mesi ormai, si trovano affissi i cartelli in cui campeggia la scritta "Non si accettano buoni Qui! Ticket". La minitra della P.A. Giulia Bongiorno aveva annunciato che avrebbe trovato una soluzione per i lavoratori che si sono improvvisamente ritrovati in tasca buoni ancora spendibili in teoria, ma nella pratica inutilizzabili. Adesso qualcosa si è mosso: "Entro i primi giorni di agosto dovrebbe esserci un nuovo fornitore che erogherà i buoni pasto", ha detto la ministra, commentando la notizia come "un primo significativo passo in avanti".
La Qui! Group non è riuscita più a rimborsare i commercianti, che quindi hanno deciso di non accettare più i buoni pasto. La disdetta della Consip è arrivata quindi "per reiterato, grave e rilevante inadempimento delle obbligazioni contrattuali". La società fornitrice genovese avrebbe infatti accomulato con le banche un debito di 150 milioni di euro. La Procura di Genova, secondo quanto ha riportato il Secolo XIX, ha aperto un'inchiesta: per adesso si parla dell'apertura di un fascicolo "per atti relativi" (cioè senza alcun nome nel registro degli indagati). Il sostituto procuratore Patrizia Petruzziello è al lavoro sulle ipotesi di reato di falso in bilancio e bancarotta fraudolenta.
Ogni ticket restaurant vale 7 euro, che moltiplicati per i giorni di lavoro in un mese (20), equivalgono a circa 140 euro che ogni dipendente rischia di perdere: e si parla di una platea di circa 100 mila interessati, su un milione di dipendenti pubblici in Italia. La Funzione Pubblica Cgil ha stimato che sarebbero tra i 50 e i 60mila gli statali coinvolti, tra cui i dipendenti di alcuni ministeri, e poi ci sono quelli che lavorano presso Regioni, Comuni, società partecipate e i lavoratori della Sanità.
Sindacati e associazioni sono sul piede di guerra, e la ministra Bongiorno aveva anticipato che "Saranno individuate in tempi brevi soluzioni idonee a tutelare i dipendenti e porre rimedio a questa situazione che reputo intollerabile. Ho già sensibilizzato le strutture tecniche competenti per avere un approfondimento sulle cause e le responsabilità di quanto accaduto".
Scettico Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori: "Ci complimentiamo con il ministro per il tempismo. Non basta, comunque, sostituire la società inadempiente. Bisogna anche indennizzare i lavoratori che possiedono i ticket emessi da Qui! e che ora sono diventati carta straccia. Attendiamo, quindi, provvedimenti ulteriori".