Buoni pasto Qui!, ministra Bongiorno: “Situazione intollerabile per i dipendenti, presto soluzioni”
"Saranno individuate in tempi brevi soluzioni idonee a tutelare i dipendenti e porre rimedio a questa situazione che reputo intollerabile. Ho già sensibilizzato le strutture tecniche competenti per avere un approfondimento sulle cause e le responsabilità di quanto accaduto". La ministra per la Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno è intervenuta con una nota sui disservizi relativi ai buoni basto, in seguito alla disdetta da parte della Consip della convenzione con la società Qui!. I ticket restaurant sarebbero ancora spendibili, ma ormai da settimane, ristoranti e supermercati non li accettano più. Il motivo? La società, la Qui! Group, con sede a Genova, ha problemi di liquidità e e non riesce più a risarcire i commercianti. La questione riguarda quasi un milione di dipendenti che lavorano in Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta, Lombardia, Lazio e Campania. I buoni valgono circa 7 euro ciascuno: moltiplicando questa cifra per i giorni di lavoro in un mese si arriva a un valore di 140 euro, che al momento sono rimasti in mano ai lavoratori.
"Prendiamo atto del fatto che il ministro Bongiorno abbia colto, dopo le nostre reiterate denunce, l'estrema urgenza dettata dalla insolvibilità dei buoni Qui! Ticket". Adesso ci aspettiamo atti coerenti e conseguenti". Ad affermarlo, in una nota è la Cgil. La Funziona pubblica Cgil ha annunciato "atti che permettano alle lavoratrici e ai lavoratori interessati di rientrare in possesso di buoni pasto che siano effettivamente utilizzabili e, soprattutto, di ottenere il rimborso di quelli che sono tuttora in loro possesso". Per queste ragioni, ha aggiunto,"serve un atto da parte del ministero che acceleri il processo di restituzione ai dipendenti pubblici di quanto loro spetta. Così come – evidenzia il sindacato – c'è bisogno per un verso di fornire indicazioni chiare a quelle amministrazioni tuttora legate da un rapporto contrattuale con la Qui! Group e, per l'altro, di maggiori verifiche, per quanto riguarda le procedure per il prossimo appalto, sull'affidabilità delle imprese partecipanti".
Anche il Codacons ha espresso preoccupazione: "I buoni pasto sono un diritto economico acquisito dai lavoratori e devono essere usufruiti senza alcuna limitazione di sorta. La questione dei buoni pasto, che non sarebbero più accettati da numerosi pubblici esercizi e della grande distribuzione, coinvolge una platea enorme di consumatori pari a 1 milione di dipendenti pubblici", ha ribadito il presidente dell'associazione, Carlo Rienzi. "È assolutamente illegittimo che un diritto acquisito dei lavoratori venga cancellato con un gesto di spugna e pertanto, se non saranno trovate soluzioni immediate al problema, saranno inevitabili le azioni legali del Codacons contro chi non accetterà i buoni pasto e contro la società erogatrice, a tutela dei titolari dei ticket economicamente danneggiati".