Buonanno: “Sel dovrebbe chiamarsi Sodomia e libertà” (VIDEO)
"Visto che tanto pensano solo ai matrimoni tra persone dello stesso sesso, alle adozioni da parte di persone dello stesso sesso, allora questi comunisti di ‘Sinistra e liberta cambino nome e si chiamino, invece, ‘Sodomia e liberta". Parole pronunciate dal deputato della Lega Nord, Gianluca Buonanno, in Aula alla Camera. Immediata la reazione dai banchi di Sel, con il vicepresidente Di Maio che fatica a riportare la calma a Montecitorio, richiamando all'ordine più volte e invitando Buonanno a utilizzare "un tono consono in quest'aula e senza offendere le altre forze politiche".
"Il governo libera i pedofili" – Non contento della omofobica esternazione, Buonanno, mentre il microfono era ancora accesso, si è poi rivolto ad un esponente di Sel:"vieni qua te, vieni qua". Parole dette, secondo poi quanto affermato da un collega del deputato del Carroccio, Massimiliano Fedriga, in risposta ad tipico insulto da stadio: "Vieni fuori, ti aspetto fuori". E non è finita. Poco dopo lo stesso Buonanno, insieme a Stefano Allasia della Lega, è stato espulsi dall'Aula della Camera per aver esposto dei cartelli sui quali era scritto quanto segue: "Il governo libera i pedofili", "Il governo libera delinquenti" e "Governo Caino". Mentre i commessi per ordine del vicepresidente rimuovevano i banner, Gianluca Buonanno con un balzo ha raggiunto il banco del governo, infilando il suo cartello nella tasca del sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri, cui ha anche stretto la mano.
Buonanno espulso – A questo punto Di Maio ha ordinato al leghista di lasciare i banchi del governo, senza però ottenere risultati. Al secondo richiamo, lo ha espulso dall’Aula. La sanzione decisa dalla presidenza è stata accolta da un applauso unanime dai banchi del centrosinistra. Ma mentre Buonanno lasciava la Camera, si è fermato a inveire verso i banchi di Sinistra e Libertà. I commessi hanno fortunatamente evitato che ci fosse contatto fisico, ma sono volate parole grosse. Nello stesso frangente, Stefano Allasia opponeva resistenza ai commessi e continuava ad esibire il suo manifesto con la scritta ”il governo libera i pedofili”. A quel punto, il vicepresidente Di Maio ha deciso l’espulsione anche per lui, ed ha sospeso la seduta. Del caso si occuperà l’ufficio di presidenza.