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Bunga Bunga, Ruby torna a parlare dello scandalo: “Conoscere Berlusconi mi ha rovinato la vita”

“Conoscere Silvio Berlusconi mi è costato molto”. Sono le parole di Karima el-Mahroug, conosciuta come Ruby Rubacuori all’epoca dello scandalo “Bunga Bunga”, che ancora oggi, dopo 14 anni e a più di un anno dalla morte dell’ex premier, ancora la perseguita.
A cura di Giulia Casula
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"Conoscere Silvio Berlusconi mi è costato molto". Sono le parole di Karima el-Mahroug, passata alle cronache come Ruby Rubacuori dopo lo scandalo che a distanza di quattordici anni ancora la perseguita.

In un lungo articolo, il New York Times ripercorre le tappe del caso soprannominato "Bunga Bunga" che vide coinvolto il fondatore di Forza Italia, accusato di prostituzione minorile e concussione.

Nel maggio 2010 la telefonata di Berlusconi alla questura di Milano per il rilascio della ragazza, accusata di furto, minorenne e senza documenti attirerà l'attenzione della Procura dando origine a uno scandalo di portata internazionale e a un lungo iter giudiziario.

Berlusconi, che era presidente del Consiglio all'epoca dei fatti, verrà assolto, prima in appello poi in Cassazione, nel processo Ruby 1 in cui furono chiamate a testimoniare anche le diverse donne coinvolte nei festini ad Arcore.

Oggi Karima el-Mahroug si chiede come sarebbe stata la sua vita se non avesse mai incontrato l'ex premier. A più di un anno dalla morte di Berlusconi, la donna si ritrova ad affrontare un'altra udienza in tribunale. Dopo la sentenza di assoluzione nel processo Ruby 1, infatti, ne nacque un secondo in cui diversi personaggi noti tra cui Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti furono indagati per induzione e favoreggiamento della prostituzione.

Infine il Ruby-ter, un ultimo processo in cui una ventina di donne, tra cui Ruby, sono state accuse di corruzione e falsa testimonianza a favore di Berlusconi, il quale le avrebbe pagate per nascondere quello che accadeva ad Arcore. Dopo la sentenza di assoluzione in primo grado lo scorso anno, la Procura di Milano ha deciso di impugnare la decisione in Cassazione.

Ora la donna, che attende la prossima udienza, spera di poter mettere fine a questa lunga vicenda. "Ha incasinato la mia vita", ha detto al New YorkTimes. El-Mahroug ha raccontato di aver partecipato alle feste di Berlusconi e di aver ricevuto circa 40.000 euro e gioielli, ma nega di aver infranto la legge. Per la donna il suo comportamento fu il risultato di un'infanzia e di una situazione economica difficili, spiegando di aver rilasciato dichiarazioni false all'epoca anche perché "si sentiva disperata per l'attenzione dei media".

Lo scandalo ha segnato la sua vita per sempre, macchiando la sua immagine pubblica, con cui ancora si trova a dover fare i conti. "L'ombra lunga di Berlusconi ha colpito per anni la signora el-Mahroug, che è arrivata in Italia da bambina dal Marocco", si legge nell'articolo. "Ha trascorso quasi metà della sua vita come oggetto di ossessione mediatica, mentre tre diversi processi legati ai partiti di Berlusconi si snodavano attraverso il sistema giudiziario. Tutti i casi giudiziari portano il suo soprannome, Ruby".

Dopo che le prime notizie hanno cominciato a circolare, per la donna è stato un'incubo. "Sono uscita di casa e ho visto la mia faccia su tutte le edicole", ha detto. "Sono stata etichettata come una prostituta minorenne. Ed è una parola che ti porti dietro come un marchio per sempre" ha proseguito.

Le persone si sono sentite "autorizzate a insultarmi violentemente sui social media", ha aggiunto. E non risparmia nemmeno gli avversari politici dell'ex presidente del Consiglio. "Mi hanno ucciso per arrivare a lui", ha detto.

Per el-Mahroug il processo avrebbe dovuto portare il nome di Berlusconi. "È stato lui l'artefice di tutto questo". Oggi la donna, ormai trentenne e con una figlia di dodici anni, possiede una clinica di bellezza, ma ancora si ritrova a dover affrontare prese in giro e strascichi di uno scandalo che non sembra volerle dare tregua.

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