Bufera politica per le parole di Giambruno sugli stupri, Zan (Pd): “Meloni parli al suo compagno”
"Se tu vai a ballare hai tutto il diritto di ubriacarti, però se eviti di ubriacarti e di perdere i sensi magari eviti di incorrere in determinate problematiche, e poi rischi effettivamente che il lupo lo trovi". Le parole di Andrea Giambruno, conduttore della trasmissione Diario del giorno su Rete 4, sui recenti casi di stupro hanno scatenato una dura polemica nel mondo politico: non solo perché il giornalista è uno dei volti di Mediaset, ma anche perché è il compagno della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. "Non è possibile, non è più tollerabile", ha commentato Cecilia D'Elia, vicepresidente della commissione d'inchiesta sul femminicidio e senatrice del Pd.
Ieri, poche ore prima che Meloni annunciasse la sua intenzione di andare in visita a Caivano, luogo della violenza di gruppo su due bambine di 10 e 12 anni, durante la sua trasmissione Giambruno ha commentato un altro caso di cronaca delle ultime settimane, quello dello stupro di Palermo. E parlando di violenza sessuale ha implicitamente dato la colpa anche alle donne che si ubriacano.
Cecilia D'Elia ha dichiarato: "Proprio non ci riescono a non colpevolizzare le donne. La violenza è sempre un po' colpa loro. Non uscire da sole, non andare dove è buio, non vestirti in modo provocante. Adesso ce lo spiega anche Giambruno: se non ti ubriachi non ti stuprano". A Giambruno "dico quindi che occorre educare i ragazzi al rispetto, non le ragazze alla prudenza, insegnare loro il valore del consenso, non alle ragazze quello della diffidenza, ma il diritto all'esistenza libera e non il comportamento dimesso. Se una ragazza alza un po' il gomito può aspettarsi un mal di testa, non uno stupro".
Sulla stessa linea Chiara Gribaudo, vicepresidente del Pd: "Giambruno alle donne: per non essere stuprate evitate di ubriacarvi, perché c'è "il rischio che poi il lupo lo trovi". Victim blaming allo stato puro. Dimentica di dire agli uomini, gli unici colpevoli, di evitare di stuprare. Ripugnante, offensivo, inadatto a stare dove sta". E anche Alessandro Zan, responsabile Diritti per il partito: "Prima di Caivano, ci si deve augurare che Meloni affronti la questione in casa propria, spiegando a Giambruno che colpevolizzare le vittime di una violenza, tanto più in diretta tv, è una pratica barbara e perversa, che scaturisce dai peggiori stereotipi machisti e patriarcali".
Il Movimento 5 stelle si è espresso con una nota delle sue parlamentari che compongono la commissione d'inchiesta femminicidio, Stefania Ascari, Anna Bilotti, Alessandra Maiorino e Daniela Morfino, che hanno definito le parole di Giambruno "inaccettabili e vergognose, rappresentazione plastica di una cultura maschilista e retrograda che costituisce il terreno di coltura dei comportamenti violenti, dei soprusi che tantissime donne ogni giorno sono costrette a subire". Il rischio è di "fare danni incalcolabili attraverso la televisione: sulla donna già distrutta dalla violenza fisica o psicologica si scarica una presunta colpa, una qualche responsabilità sull'accaduto".
Giambruno si difende: "Polemica surreale"
"Faccio una precisazione a titolo personale e di un gruppo di lavoro che lavora per l'azienda che mi ospita. Nelle ultime ore sta impazzando una polemica surreale, mi è doveroso precisare che nessuno ha giustificato l'atto, anzi sono stati utilizzati termini precisi: "abominevole" per l'atto e "bestie" per gli autori". Lo ha detto il giornalista di Rete 4 Andrea Giambruno – compagno della premier Giorgia Meloni – nel corso della sua trasmissione "Il diario del giorno", commentando le critiche ricevute a seguito delle sue affermazioni a proposito dei casi di stupro di Palermo e Caivano.
Per Giambruno le sue parole sono state utilizzate "in maniera strumentale" e "in maniera surreale, distorcendo la realtà e lo stanno facendo o perché in mala fede o perché hanno seri problemi di comprendonio. A chi va a ruota consiglio di seguire la puntata, mettiamo fine alle polemiche, stiamo rasentando il ridicolo e la politica ha di meglio da fare che occuparsi di uno spazio giornalistico".