Traballa? Eccome se traballa. Il Patto del Nazareno sembra franare sotto i colpi incrociati della minoranza del Pd, dei “fittiani” di Forza Italia, dei sondaggi che segnalano il calo di consensi di Matteo Renzi, delle “sparate” di Renato Brunetta e dell’avvicinarsi dell’elezione del prossimo Presidente della Repubblica. Il week end appena trascorso è stato tragico per Silvio Berlusconi: ha dovuto bacchettare pubblicamente Renato Brunetta, “reo” di aver criticato un po’ troppo vigorosamente Matteo Renzi. Brunetta ha incassato ma non si è arreso. Nemmeno di fronte alla “minaccia” sotto forma di documento firmato da Paolo Romani, che ha invitato i parlamentari forzisti a non minare le fondamenta del Patto. Ma a proposito di Paolo Romani.
Romani vs Brunetta, capigruppo contro – Tra il capogruppo di Forza Italia al Senato (Romani) e quello alla Camera (Brunetta) non è mai corso buon sangue. Romani è “pattista” ortodosso che più ortodosso non si può: fedele esecutore delle direttive di Denis Verdini, ha più volte lavorato gomito a gomito con il collega del Pd Luigi Zanda perché il Governo Renzi non andasse mai “sotto” in aula. Il suo feeling con Maria Elena Boschi è proverbiale, la sua accondiscendenza ai desiderata di Matteo pure. Mai una parola fuori posto, mai una critica all’Esecutivo: Romani è il guardiano del Nazareno al Senato. Renzi lo stima, anzi lo adora (e ci mancherebbe). Talmente tanto che in estate, quando con il suo “Mattinale” Renato Brunetta sparava a palle incatenate contro la politica economica di Renzi, dal Nazareno partì una richiesta indirizzata ad Arcore: togliere l’house organ di Forza Italia dalle mani di Brunetta e affidarlo appunto a Paolo Romani. Berlusconi chiamò Renato e gli disse, più o meno: o ti calmi o il Mattinale passa a Romani. E Brunetta si adeguò, almeno per un po’.
La battaglia di Renato fa breccia nel cuore di Silvio – L’indole di Renatino, però, è battagliera assai. E del resto Renzi lo stuzzica in continuazione, provocandone le reazioni. Pochi giorni fa Brunetta è stato protagonista, nel corso di un vertice di Forza Italia, di un durissimo scontro con Denis Verdini. L’opinione di Brunetta, in sostanza, è che il Patto del Nazareno serve solo a Matteo Renzi, e non porterà alcun beneficio a Berlusconi. Nonostante le assicurazioni di Verdini, ad ad esempio, Brunetta è strenuo sostenitore della necessità di procedere prima all’elezione del Capo dello Stato e solo dopo all’approvazione dell’Italicum. Brunetta è straconvinto che un minuto dopo aver ottenuto una legge elettorale cucita su misura per il Pd, Renzi strapperà il Patto del Nazareno e eleggerà un Presidente della Repubblica di suo gradimento, senza tenere nel minimo conto le esigenze di Forza Italia e di Silvio Berlusconi.
Berlusconi tentenna e il partito gli scappa di mano – Già, Berlusconi. L’uomo viene descritto da chi gli sta vicino come tentennante come non mai. Teme anche lui il “trappolone” e stamattina per tentare di placare Brunetta lo ha chiamato, rassicurandolo. Un gesto dettato dal timore che in fondo Brunetta abbia ragione, e che gli impegni presi da Renzi non saranno mantenuti. Dall’altro lato, però, Silvio non vuole nemmeno rompere con Matteo. Una indecisione che può rivelarsi fatale: le truppe parlamentari forziste, infatti, sono senza una guida in un momento cruciale per il futuro dell’assetto politico italiano. Lo scenario più temuto da Renzi e Verdini, quello di un crollo del Patto del Nazareno nell’urna della votazione per il Quirinale, è tutt’altro che un’ipotesi fantasiosa. E a quel punto anche il Governo avrebbe i giorni contati….