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Brunetta e Gasparri all’attacco: “Serve riequilibrio nel Governo”

Brunetta attacca: “Il Pd ha solo lo 0,3% in più ma il doppio dei ministri”. Gasparri rilancia: “Letta colmi il deficit di alcuni ministri economici”.
A cura di Redazione
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Dopo le polemiche per la mozione di sfiducia nei confronti di Angelino Alfano, era stato il segretario del Partito Democratico il primo a chiedere una sorta di verifica di Governo, provocando l'immediata risposta del ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini che aveva spiegato come non ci fosse da attendersi in alcun modo un rimpasto di Governo. Ora invece è la volta del Popolo della Libertà, che invece chiede una verifica "in senso opposto", reclamando più spazio in seno all'esecutivo guidato da Enrico Letta.

È il capogruppo alla Camera dei Deputati Renato Brunetta ad incaricarsi di inviare un messaggio al premier Letta: "Tra il Pd e il Pdl c'è stato uno scarto di voti pari allo 0,3%. Invece il Partito democratico ha quasi il doppio di ministri, rispetto a noi. Serve un riequilibrio". Certo, il "ragionamento prescinde dai singoli nomi", ma secondo Brunetta non si può tacere di una considerazione essenziale: "Il governo Letta è nato in un momento particolare, di transizione. E risente di quel clima. Tanto che si parlava di una durata di 18 mesi. Se invece si vuole cambiare prospettiva e ragionare in termini di legislatura, allora serve un riequilibrio, funzionale anche a un diverso programma". Anche perché ci sono solo due punti fermi, Enrico Letta ed Angelino Alfano, come risposta essenziale anche alle "tigri di carta del Pd", categoria in cui rientrerebbe anche Matteo Renzi.

Ma non basta, perché a calcare la mano arriva anche Maurizio Gasparri, ex capogruppo a Palazzo Madama del Popolo della Libertà. Questa volta i bersagli sono tutti interni all'esecutivo e rispondono ai nomi di Zanonato e Saccomanni, ministri fra i più contestati dall'ala radicale del Pdl. "Letta assuma la guida delle politiche economiche", attacca Gasparri, "e colmi in questo modo il deficit di alcuni ministri". Il vicepresidente del Senato poi va giù duro contro Zanonato: "Le critiche sono utili. Dopo aver detto una serie di fesserie, anche Zanonato ha capito che l'Imu sulla prima casa va cancellata e che l'Iva non può aumentare. Sono scelte doverose. Zanonato, che come tanti di sinistra ama l'oppressione fiscale, ne ha preso atto".

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