Brunetta contro lo smart working: “È lavoro a domicilio all’italiana con smartphone e computerino”
L'era dello smart working nella Pubblica amministrazione è già finita. Il ministro Brunetta lo aveva già detto chiaramente pochi giorni fa, ed è tornato a parlarne durante il question time di oggi alla Camera dei deputati. Il futuro dei dipendenti pubblici è negli uffici, non a casa in modalità di lavoro agile: "Il lavoro smart è stata la risposta emergenziale al lockdown – ricorda Brunetta – si doveva tenere a casa i dipendenti pubblici e lo si è fatto in questa modalità, si potevano mettere in cassa integrazione come nel privato ma si è preferito il lavoro cosiddetto smart". Secondo il ministro della Pubblica amministrazione si è trattato di "un'idea intelligente", ma "il lavoro agile non ha affatto garantito i servizi pubblici essenziali, quello lo hanno fatto i lavoratori della sanità, della sicurezza, della scuola".
Il ministro Brunetta si chiede se "questo tipo di lavoro può essere pensato come modello per il futuro". La risposta è no: "Questo lavoro, costruito dall'oggi al domani per passare a casa il lavoro del servizio pubblico è senza contratto, cioè questi lavoratori non hanno contratto che lo regoli, è senza obiettivi perché non c’è stata nessuna riorganizzazione, è senza tecnologia perché è lavoro a domicilio con l'uso di smartphone e di computerino di casa, è senza sicurezza, come abbiamo visto nel caso del Lazio".
Insomma, secondo il ministro della Pubblica amministrazione si tratta di "lavoro a domicilio all’italiana". Sostanzialmente "è un lavoro self service". Perciò "pensare di proiettare questo tipo di organizzazione, nata nell’emergenza, nel futuro è un abbaglio – continua Brunetta – Abbiamo il Pnrr, la digitalizzazione, abbiamo cambiato la modalità dei concorsi pubblici. Questo è il futuro, questa è la modernità". Poi rivendica quanto fatto da febbraio ad oggi: "Ho dato io mandato di contrattualizzare lo smart working, perché nessuno l’aveva fatto prima – spiega Brunetta – Quello che si è realizzato in questi mesi si è realizzato senza regole contrattuali, il lavoro da remoto ha funzionato durante il lockdown laddove era già regolato e strutturato". E chiude con una domanda retorica: "Se è così fantastico il lavoro da remoto perché i cittadini e le imprese sono tutti arrabbiati se leggono ‘chiuso per smart working'?".