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Brescellum: cos’è, come funziona e cosa cambia con la nuova legge elettorale

Il testo base della nuova legge elettorale, Brescellum o Germanicum per il momento i suoi nomi, è stato depositato alla Camera. Il nuovo sistema prevede una soglia di sbarramento al 5% (introducendo, però, il diritto di tribuna) e si basa su un sistema proporzionale, andando a eliminare la quota maggioritaria prevista dai collegi uninominali. Vediamo come funziona il sistema elettorale e cosa cambia rispetto al Rosatellum.
A cura di Stefano Rizzuti
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C’è chi lo chiama Germanicum e chi Brescellum. C’è chi preferisce dare alla legge elettorale un nome che richiami il modello tedesco a cui in parte si ispira e chi, invece, sostiene che il nome da dare debba ispirarsi a quello del suo ideatore, il presidente della commissione Affari costituzionale, Giuseppe Brescia. Il testo base della nuova legge elettorale è stato intanto depositato alla Camera proprio da Brescia: si tratta di un sistema proporzionale che abolisce i collegi uninominali previsti dall’attuale legge (il Rosatellum) e che prevede una soglia di sbarramento più alta rispetto al passato, al 5%. Altra novità è l’introduzione del diritto di tribuna per i piccoli partiti. Il testo prende in considerazione la riforma costituzionale (già approvata) che taglia il numero dei parlamentari riducendoli a 400 deputati e 200 senatori. La riforma non propone invece una soluzione definitiva sulla lunghezza delle liste: per il momento rimangono i listini bloccati, ma durante la discussione in Parlamento – a cui rimanda la maggioranza – si deciderà se tornare o meno al sistema delle preferenze.

Come funziona la legge elettorale

Il testo del Brescellum si compone di tre soli articoli che vanno a intervenire su quattro nodi principali: l’abolizione dei collegi uninominali, l’introduzione di un sistema proporzionale, l’innalzamento della soglia di sbarramento al 5% e la creazione del diritto di tribuna. La nuova legge elettorale prevede anche una delega al governo – che avrà 60 giorni dall’entrata in vigore del testo – per determinare i collegi elettorali plurinominali.

Cosa cambia rispetto all’attuale legge elettorale

Il Germanicum va a modificare completamente l’impianto del Rosatellum con cui si è votato solamente a marzo del 2018. Sparisce, innanzitutto, la parte maggioritaria del sistema elettorale, così come i collegi uninominali. La soglia di sbarramento viene alzata del 2% e viene inserito il diritto di tribuna. Non si sa, ancora, se cambierà anche la formazione delle liste. Per ora non ci sono modifiche e restano i listini bloccati del Rosatellum: il nodo verrà comunque affrontato durante la discussione in Parlamento. Con l’eliminazione dei collegi uninominali e delle coalizioni pre-elettorali, inoltre, non esiste più il numero massimo di candidati (finora erano quattro), ma si prevede che i candidati siano “pari al numero dei seggi assegnati nel collegio plurinominale”.

Addio al sistema maggioritario: sarà solo proporzionale

Il nuovo testo elimina la quota maggioritaria prevista dal Rosatellum, facendo sparire i collegi uninominali. Con l’attuale sistema elettorale in vigore si eleggevano il 36% dei parlamentari con il sistema maggioritario e il 64% con il proporzionale. Alla Camera, in particolare, venivano scelti con il maggioritario 232 deputati su 600, al Senato 116 rappresentanti su 315. Ora, però, a cambiare saranno anche i numeri, considerando che il Germanicum verrà applicato su un totale di 600 parlamentari, eletti tutti con sistema proporzionale.

Soglia di sbarramento più alta

Il Rosatellum prevede una soglia di sbarramento al 3%, che ha permesso anche a partiti più piccoli come Leu di entrare in Parlamento nel 2018. La soglia verrebbe innalzata al 5% con lo scopo di evitare un'eccessiva frammentazione, ma penalizzando i partiti più piccoli che dovranno coalizzarsi o puntare tutto sul diritto di tribuna per eleggere i loro rappresentanti. Esiste anche una seconda soglia, al 15% (finora era al 20%), su livello regionale: si utilizza alla Camera per le liste rappresentative di minoranze linguistiche riconosciute.

Cosa succede a circoscrizioni e seggi

Per quanto riguarda le circoscrizioni per ora non sono previste modifiche: dovrebbero rimanere 28 così come avviene con il Rosatellum. Si prevede che ogni circoscrizione venga ripartita “in collegi plurinominali tali che a ciascuno di essi sia assegnato, di norma, un numero di seggi non inferiore a tre e non superiore a otto”. Alla Camera verranno assegnati 391 seggi con il proporzionale sul territorio italiano, a cui si aggiungono otto seggi all’estero e uno con l’uninominale in Valle d’Aosta. Al Senato i seggi assegnati con il proporzionale saranno 195, a cui si aggiungono i quattro all’estero e uno per la Valle d’Aosta.

Il diritto di tribuna

Altra novità della nuova legge elettorale potrebbe essere il diritto di tribuna: viene introdotto questo meccanismo per garantire la rappresentanza anche alle forze politiche minori, quelle che non riescono a superare lo sbarramento nazionale del 5%. Chi va bene a livello regionale, quindi, può così rientrare in Parlamento anche se non supera la soglia nazionale del 5%. Alla Camera si prevede che vengano eletti con questa sorta di ripescaggio i candidati delle formazioni che ottengono almeno tre quozienti in almeno due regioni. Al Senato i candidati che ottengono almeno un quoziente nella circoscrizione regionale.

Brescellum, a chi conviene e a chi no

Il sistema proporzionale rischia, come contestano soprattutto le opposizioni di centrodestra, di non garantire la governabilità dopo il voto. La Lega voleva un sistema maggioritario: partendo dalla posizione di primo partito e facendo parte della coalizione che oggi ha più voti, l’obiettivo del partito di Matteo Salvini è quello di una legge con un premio di maggioranza che favorisca chi prende più voti, come avviene per esempio per le Regioni. Il sistema proporzionale non favorisce, quindi, la Lega e il centrodestra, stando all’attuale situazione. Chi, al momento, sembra invece preferire questo sistema sono Pd e Movimento 5 Stelle, che potrebbero così competere con Lega e centrodestra senza bisogno di coalizzarsi: il sistema dei collegi attualmente esistente, infatti, favorisce chi riesce ad aggregare più alleati e più voti intorno a sé.

I partiti minori invece protestano per la soglia di sbarramento giudicata troppo alta. Leu, in primis, promette battaglia su questo punto. Ma anche altri partiti come i Verdi e +Europa potrebbero essere penalizzati da questa soglia così alta. Al contrario, Italia Viva di Matteo Renzi chiede di eliminare il diritto di tribuna, in modo da avere meno concorrenti per l’ingresso in Parlamento. Altro elemento di questo testo è che vengono rese quasi superflue le coalizioni pre-elettorali: il sistema proporzionale puro favorisce accordi post-elettorali, così come avvenuto in questa legislatura (ma con un diverso sistema elettorale) con entrambi i governi Conte. Infine, protesta qualcuno, questa legge elettorale favorirebbe le scelte imposte dall’alto, dalle segreterie dei partiti: se le liste dovessero rimanere bloccate, infatti, i cittadini non potrebbero esprimere nessuna preferenza, scomparendo i collegi uninominali e lasciando tutto in mano a chi decide le liste prima del voto.

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