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Covid 19

Dl Rilancio, ipotesi smart working per genitori con figli minori di 14 anni fino a fine emergenza

I genitori che abbiano almeno un figlio minore di 14 anni, lavoratori dipendenti del settore privato potranno, per tutto il periodo dell’emergenza epidemiologica, richiedere il riconoscimento del diritto al lavoro agile, a condizione che tale modalità sia compatibile con le caratteristiche della prestazione lavorativa. È una delle proposte del Dl Rilancio.
A cura di Annalisa Cangemi
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Una delle proposte contenute nella bozza preparatoria al dl Rilancio, documento che sta circolando in queste ore, riguarda lo smart working per genitori con figli più piccoli di 14 anni. Le scuole riapriranno non prima di settembre, e molte famiglie hanno sollevato il problema della gestione dei minori, non potendo in molti casi contare sui nonni.

Dal testo, che è solo una bozza che contiene diverse ipotesi, emerge che fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da Covid-19, i genitori lavoratori dipendenti del settore privato che hanno almeno un figlio minore di anni 14, hanno diritto a svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile, anche in assenza degli accordi individuali.

Nello specifico, si legge nella relazione tecnica, che "la disposizione prevede per il genitore lavoratore dipendente del settore privato, con almeno un figlio a carico minore di anni 14, il riconoscimento del diritto al lavoro agile. La disposizione prevede, altresì, che il diritto al lavoro agile non sia subordinato agli accordi individuali e agli obblighi informativi previsti dagli articoli da 18 a 23 della legge 22 maggio 2017, n. 81, e a condizione che tale modalità sia compatibile con le caratteristiche della prestazione". Si prevede, inoltre, "che la prestazione lavorativa in forma agile possa essere svolta anche attraverso strumenti informatici nella disponibilità del dipendente qualora non siano forniti dal datore di lavoro. Conseguentemente, la disposizione non comporta nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica".

Un'altra delle proposte contenute nella bozza ancora provvisoria riguarda il bonus baby sitter: si incrementa da 600 a 1.200 euro il bonus per l'acquisto di servizi di baby-sitting. Tale bonus può essere utilizzato anche per l’iscrizione ai servizi integrativi per l’infanzia, ai servizi socio educativi territoriali, ai centri con funzione educativa e ricreativa e ai servizi integrativi o innovativi per la prima infanzia.

Nella bozza di testo è anche previsto il rifinanziamento del Fondo per le politiche della famiglia, per 150 milioni di euro, da destinare ai Comuni affinché siano erogati finanziamenti per il potenziamento dei centri estivi diurni destinati alle bambine e ai bambini di età compresa tra 3 e 14 anni, da attivare da giugno 2020 a settembre, e di progetti volti a contrastare la povertà educativa. Le modalità di ripartizione prevista del fondo saranno decise con Dpcm: un 10% andrebbe al finanziamento dei progetti volti a contrastare la povertà educativa e il 90% al potenziamento dei centri estivi.

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