Bossi si è dimesso, la scelta è irrevocabile
Umberto Bossi non è più il segretario della Lega Nord. Il senatùr ha presentato le dimissioni sul tavolo del Consiglio federale, organizzato dal Carroccio all'indomani del caso Belsito che lo ha travolto insieme a tutta la sua famiglia. La notizia è stata battuta da tutte le agenzie di stampa, proprio mentre è emerso che l'ormai ex leader della Lega aveva «dato dei soldi in nero al partito». Questo dicono le carte dei pm, che fanno riferimento ad un'intercettazione tra l'ex tesoriere leghista e orchestratore dello scandalo -già indagato per truffa ai danni dello Stato, riciclaggio e appropriazione indebita -con Nadia Dagrada, segretaria amministrativa di via Bellerio. Bossi avrebbe detto che le sue dimissioni sono "irrevocabili". Nell'accettare questa scelta, il Consiglio lo ha nominato presidente, secondo quanto riferisce il capogruppo della Lega Nord in Lombardia, Stefano Galli. Quest'ultimo ha detto che Bossi ha preso la decisione di abdicare «poichè di mezzo c'è la famiglia».
Dopo aver appresso la notizia, i numerosi manifestanti che si trovano all'esterno del quartier generale leghista hanno iniziato ad inneggiare cori di solidarietà nei confronti di colui che li ha guidati per vent'anni. "Bossi, Bossi" e "Padania Libera". Alcuni sono entrati nel cortile di Via Bellerio per srotolare uno striscione con scritto "Bossi: Venezia è con te!!!". Al termine del consiglio, i militanti leghisti di stampo bossiano hanno duramente contestato Roberto Maroni al grido di "buffone buffone".
"Mi dimetto per il bene del movimento e dei militanti. La priorità è il bene della Lega e continuare la battaglia", queste le parole con cui Bossi avrebbe motivato il suo gesto agli altri membri del Consiglio, secondo quanto riferito da Matteo Salvini in collegamento dagli studi della trasmissione Radio Padania. "Nessuno ha chiesto le dimissioni di Bossi, lui è arrivato già convinto, con una scelta decisa e sofferta", aggiunge Salvini. L'europarlamentare leghista afferma che il senatùr nel corso dell'incontro federale avrebbe aggiunto che "chi sbaglia paga qualunque sia il cognome che eventualmente porti".
Per quel riguarda chi dovrà rimpiazzare Bossi sulla poltrona più importante di Via Bellerio, l'intenzione del consiglio è quella di non sostituirlo con una sola persona, ma con un triumvirato di dirigenti composto da Roberto Calderoli, Roberto Maroni e Manuela Del Lago che dovrebbe restare in carica molto probabilmente fino alla convocazione del prossimo congresso (che dovrebbe tenersi in estate) in cui sarà scelto il nuovo segretario. C'è però da dire che il nome dello stesso Calderoli è emerso negli atti dell'inchiesta della procura di Milano. Si parla infatti di "somme di denaro utilizzate per sostenere esigenze personali e familiari, estranee alle finalità ed alle funzionalità del partito Lega Nord", tra questi oltre ai vari Rosy Mauro, il Trota e Riccardo Bossi, c'è anche l'ex ministro della Semplificazione.
Le reazioni del mondo della politica non si sono fatte attendere. Antonio di Pietro, leader di IDV, ha affermato che "le dimissioni di Bossi sono, da una parte un atto dovuto, dall'altra un atto da rispettare". Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, si dice sorpreso: "Sono notizie che colpiscono, non credo che ora sia possibile commentare e vedremo come si evolverà la situazione". Per Italo Bocchino, vice presidente di Futuro e libertà, le dimissioni di Bossi rappresentano una cesura storica per la Lega Nord: "Ora, mentre si apre una questione morale interna al Carroccio, certamente si chiude una stagione per ciò che la Lega ha rappresentato".