Bossi reclama il suo regno e attacca Maroni: “Il capo della Lega sono io”
E' tutt'altro che finita la storia di Umberto Bossi a capo della Lega Nord. Almeno a sentire le dichiarazioni del diretto interessato ai cronisti in Transatlantico. A chi gli domanda chi sia il vero leader del Carroccio, dopo che Maroni ha dichiarato che il Senatur non ha più alcun potere effettivo e che la sua presidenza è solo un «ruolo affettivo», Bossi ha risposto secco: «Il capo sono io», per poi ricorrere ad un detto popolare carico di significato: «Ci sono tanti cani piccoli che abbaiano molto ma non fanno paura». Effettivamente le parole del nuovo segretario federale della Lega Nord, ieri a Sette, erano state piuttosto dure. Dichiarazioni che, forse, volevano mettere la parola "fine", una volta e per tutte, sulle voci della funzione di "capo" vita natural durante del padre storico del Carroccio, nonostante un congresso, uno statuto ed un simbolo (senza più il nome di Bossi) che sembrano parlare chiaro: chi comanda ora è Maroni, Bossi è "solo" Presidente, «un ruolo che gli è dovuto come riconoscimento per la sua storia personale» ha aggiunto ieri l'ex capo del Viminale.
E la querelle tra i due vertici della Lega Nord è continuata sino a pochi minuti fa, con la controreplica a stretto giro di Maroni: «Non ho niente da dire – ha tagliato corto il segretario federale – c'è stato un Congresso che ha preso delle decisioni. La questione per me è chiusa». Per i bossiani "la pensione" del Senatùr è stato un boccone troppo amaro da ingoiare, ma la questione sembra tutt'altro che chiusa, come dimostrano le parole di Giacomo Chiappori, deputato fedelissimo del Cerchio Magico, a difesa di Bossi: «Incredibile come un figlio possa disconoscere l'opera del padre». Bossi effettivamente è davvero rammaricato: «Con me non è molto generoso» avrebbe detto ai giornalisti a Montecitorio, a proposito del rapporto che intercorre con Maroni. Ma intanto osserva guardingo gli sviluppi della situazione relativa alla ridiscesa in campo di Berlusconi. «Non lo so, bisogna vedere per fare cosa» risponde a chi gli chiede di un eventuale asse Gemonio-Arcore. Una nuova alleanza potrebbe rivalutare il ruolo del Senatùr all'interno del suo partito, Bossi lo sa bene.