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Bossi: “Maroni è un traditore, sta distruggendo la Lega Nord”

Intervistato da Repubblica, il Senatùr attacca apertamente l’attuale segretario e lo accusa di aver “distrutto la Lega”. Di fondare un nuovo partito però non ci pensa proprio e annuncia: “A me non mi ammazza nessuno, ora mi riprendo ciò che mio”. Poi una battuta sul figlio: “Ora fa il formaggio in campagna”.
A cura di Biagio Chiariello
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 "Maroni è solo un traditore, a me non mi ammazza nessuno e stavolta mi hanno fatto davvero inc… Il capo della Lega resto io". E' una condanna senza speranza di redenzione quella di Umberto Bossi nei confronti dell'attuale segretario nazionale del Caroccio. In un'intervista a Repubblica, il Senatùr fa capire chiaramente l'intenzione di voler tornare alla guida del partito di Padania, "devo per forza rimettermi alla guida del partito". L'importante però, a suo dire, è che l'esperienza Maroni si concluda presto: "Lui non ha i nostri ideali, non crede all'indipendenza del Nord, sta distruggendo la Lega", accusa duramente Bossi, che va davvero a ruota libera: Maroni "si illude di diventare il plenipotenziario di Berlusconi al Nord, ma il Pdl non rinuncerà mai a presentare le sue liste in casa nostra, come fa la Cdu tedesca con la Csu in Baviera" aggiunge nell'intervista a Gad Lerner, sulle colonne del quotidiano diretto da Ezio Mauro.

Bossi sottolinea di non aver mai preso un soldo dalla Lega ("a me e alla mia famiglia non ha mai dato dei soldi che non servissero per la militanza"). E a proposito dello scandalo delle ruberie dell'ex tesoriere Belsito (che di fronte ai pm avrebbe detto che il Senatùr voleva costituire una riserva di denaro all'estero nell'eventualità di fondare un nuovo partito), risponde: "i magistrati gli fanno dire quello che vogliono, ha paura. Io avevo in mano la Lega mica avevo bisogno di un'altra cassa. I ladri sono altrove, non si permettano". Poi ricorda anche l'episodio che forse ha sancito la sua uscita di scena definitiva dal partito che aveva creato negli anni Novanta: quando a Bergamo, il 10 aprile 2012, appena dimessosi da segretario della Lega aveva chiesto scusa in lacrime per i danni portati da chi porta il suo cognome. "Quell'umiliazione è stata troppo, non lo rifarei mai, non ripeterei quelle parole. A Bergamo mi ci avevano trascinato. E ora mi hanno tolto autisti e guardie del corpo per non farmi andare in giro con i militanti a dire la verità". Eppure Bossi sa bene che portare il figlio al consiglio regionale è stata una "ingenuità", ora Renzo vive in campagna dove "alleva maiali e capre, ha imparato a fare il formaggio".

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