Bossi ai militanti: “Vi chiedo scusa per i danni fatti da chi porta il mio cognome”
"Vi chiedo scusa perché i danni sono stati fatti da quelli che portano il mio cognome. Questo mi spiace enormemente". Umberto Bossi, nella serata dell'Orgoglio leghista, chiede scusa ai militanti del Carroccio per le note vicende che vedono coinvolti i suo figli. E la base leghista sembra avercela proprio con loro, in particolare con Renzo. Quando Maroni ha nominato il Trota per lodarne la decisione di rassegnare le dimissioni da consigliere regionale della Lombardia, dai militanti accorsi alla manifestazione sono partiti fischi di disapprovazione. Una vicenda che non fa che aumentare il dispiacere del senatùr, che, però, fa mea culpa: "I miei figli li ho rovinati io facendoli entrare nella Lega. Dovevo fare come ha fatto Berlusconi: i figli li ha mandati a studiare all'estero, lontano da una stampa di regime. Fin da piccoli hanno partecipato a tutte le feste della Lega, quindi non aspettavano il momento di darsi da fare per il partito". Così, poi, su sua moglie: "Addirittura si è detto che mia moglie fa le messe nere: poveraccia, lei insegna, questa è pura persecuzione".
La tesi del complotto e il richiamo all'unità- Lo scandalo che sta facendo scricchiolare il Carroccio fa parte sicuramente di un complotto, orchestrato per colpire l'unico partito d'opposizione. Bossi ne è convinto: "Siamo vittime di una specie di complotto. Com'è possibile che nessuno si sia accorto che l'amministratore della Lega sia addirittura legato a famiglie della ‘Ndrangheta?". Per questo motivo bisogna che il partito resti unito. Dividersi, infatti, vuol dire "creare varchi per il nemico che è il centralismo romano". "Penso– ha aggiunto il senatùr- che la cosa principale da decidere stasera è un giuramento fatto da chi deve dirigere la Lega perché non ci siano più discussioni, divisioni, cerchi magici. Sapete che il cerchio magico non esiste, è stato creato ad hoc per creare divisioni nella Lega". Poi la mano tesa a Maroni e a Calderoli, e la negazione di qualsiasi controversia interna al Carroccio.
"Belsito non mi sembrava esattamente lombardo"- Nel suo intervento, il senatùr ha parlato anche dell'ex tesoriere Francesco Belsito, precisando che quando vennero fuori i suoi investimenti a Cipro, andò da lui e gli diede del matto, perché “a Cipro investe la mafia". “E poi lui iniziò a parlare al telefono“- ha aggiunto Bossi facendo riferimento alle intercettazioni che riguardano l'ex tesoriere. Bossi ha infine spiegato di aver avuto dei dubbi su Belsito sin dal primo momento: "E sarà che io ho dei pregiudizi ma non mi sembrava esattamente lombardo".